Tagli al ‘Veneziale’, altolà di d’Apollonio a Frattura

ISERNIA. Un’amministrazione regionale avvertita come “lontana dalle nostre esigenze” e che “non perde occasione per renderci difficile ogni cosa, tagliando servizi essenziali alla collettività”. Così Giacomo d’Apollonio, consigliere di ‘Isernia in Comune’, ieri durante l’assise civica sulla questione della riorganizzazione aziendale Asrem, che vedrebbe, di fatto, l’ospedale ‘Veneziale’ falcidiato dai tagli lineari. D’Apollonio, già in campagna elettorale, espresse forte preoccupazione sul ridimensionamento che la Regione aveva allo studio per la città di Isernia. I tagli avrebbero interessato sia i servizi sanitari che la presenza di uffici regionali decentrati, senza contare l’università. Il governatore Paolo Frattura, all’epoca, rispose con sarcasmo. “Evidentemente sorrideva alle spalle dei cittadini di Isernia – ha dichiarato d’Apollonio – che si vedono privare di preziose risorse ormai patrimonio della città. Sorrideva sapendo evidentemente che nessuna delle promesse fatte durante la campagna elettorale sarebbe stata mantenuta. E, nonostante gli impegni presi in campagna elettorale, non mi risulta abbia affatto consultato i cittadini di Isernia per iniziative che riguardano la città”. Il consigliere di centrodestra ha ricordato come negli ultimi 20, anni grazie ai progressi della tecnologia e della medicina, ma anche e soprattutto grazie ai rilevanti investimenti finanziari degli anni passati da parte dei responsabili della Sanità nazionale e regionale, il patrimonio di servizi e di professionalità dell’ospedale sia stato enormemente arricchito. Ma oggi, tutto questo, in un colpo solo, “è a rischio – ha spiegato d’Apollonio – e può essere spazzato via da un provvedimento regionale che non considera affatto i progressi e gli sforzi del passato, senza tener conto dei reali bisogni delle persone che vivono e operano in questo territorio. Si vuole operare un taglio lineare sull’assetto del nostro ospedale, sopprimendo reparti, tagliando servizi, abbassando il livello dell’offerta sanitaria, senza procedere preliminarmente ad un esame approfondito per individuare cosa veramente non funziona e dove intervenire per evitare sprechi e recuperare risorse. Ma soprattutto – ha continuato l’esponente di ‘Isernia in Comune’ – non è stato effettuato un monitoraggio accurato delle patologie riscontrate nel tempo sul territorio, del numero e della tipologia delle stesse, con riferimento anche all’età e alle condizioni socio-economiche della popolazione, al fine di procedere, se proprio necessario, a tagli mirati che tengano conto delle effettive esigenze dell’utenza”. La possibilità, tutt’altro che remota, è quella che, nel giro di due anni, il ‘Veneziale’ chiuda i battenti. Il Piano di riorganizzazione aziendale, in particolare, prevede la riduzione di posti letto (dai 254 attuali tra Isernia Venafro e Agnone a 166 con una riduzione del 35 per cento), la soppressione delle Unità operative complesse di sei reparti, dei servizi di Emodinamica e di Endoscopia digestiva, oltre alla perdita della propria autonomia gestionale con la soppressione della Direzione sanitaria. “Questo taglio indiscriminato – ha affondato il consigliere di minoranza – costringerebbe i pazienti ad essere trasferiti a Campobasso anche e soprattutto in presenza di patologie acute, con grave rischi per la stessa sopravvivenza”. Ma la novità assoluta consiste nell’incremento dell’incidenza percentuale di posti letto degli Istituti privati, con un rapporto del 38 per cento. Non solo, ma anche la gestione delle emergenze cardiovascolari e neurologiche verrà affidata ai privati. “Tutto questo – ha argomentato d’Apollonio – fa temere fortemente che i servizi sanitari possano essere gestiti in un’ottica meramente imprenditoriale e non nella corretta tutela del bene essenziale della salute e della vita umana, visto che a fronte di un’asserita generale esigenza di risparmio, il Piano indica che l’attività demandata agli Istituti privati ‘non sarà soggetta a rigidi tetti di spesa’”. La conclusione dell’esponente di centrodestra non può essere che una: bocciatura, senza appello, del Piano, “firmato dai vertici dell’Asrem e, quindi, sicuramente concordato con il presidente della Giunta eegionale”. Ciò, anche alla luce della totale assenza, nel Piano medesimo, “di qualsiasi riferimento al ruolo che l’Università, con le facoltà di Medicina e Infermieristica, potrebbe svolgere a supporto del servizio ospedaliero e di consulenza medico sanitaria”.