Categories: CRONACA

Politiche attive del lavoro, precari della Provincia di Isernia sul piede di guerra

 

ISERNIA. Lavoratori dei Centri per l’impiego di Campobasso e Termoli in subbuglio. E alla protesta si aggiungono anche i precari dei servizi per il lavoro della Provincia di Isernia che denunciano: “Vogliono mandarci a casa, nonostante si possano chiedere fondi al Ministero per garantire il servizio. Inoltre, non percepiamo compensi addirittura da marzo 2013”. Insomma, una situazione critica. Anche nell’hinterland pentro, infatti, le politiche attive del lavoro sono erogate da 17 collaboratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) da oltre 10 anni. Per i non addetti, le Politiche attive del lavoro sono rappresentate da una serie di servizi quali accoglienza e informazione, orientamento e consulenza professionale, incontro domanda/offerta di lavoro e formativa, il cui scopo è quello di sostenere il disoccupato, attivarlo alla ricerca di lavoro ed alla sua riqualificazione professionale. Servizi per i quali l’Europa ha dettato agli Stati membri delle linee guida da seguire ed ha messo a disposizione le risorse per riqualificare l’offerta. “Pertanto, – spigano gli stessi precari in una nota – il Masterplan regionale dei servizi per il lavoro, di cui tanto si parla in questi giorni, non è un progetto di breve durata (tre anni), bensì una programmazione iniziata già nel 2002 (D.G.R. 1347/2002), proseguita nel quinquennio 2008/2013 (D.G.R. 1232/2008) e che dovrebbe continuare, come avverrà in tutte le regioni italiane, nella nuova programmazione 2014-2020. Quando le Province hanno dovuto realizzare i servizi previsti dal Masterplan Regionale, – si legge ancora – hanno contrattualizzato personale che non era presente in pianta organica, trattandosi di figure con profili specifici, (parliamo per lo più di orientatori con esperienza nel settore), per cui appare evidente che la mancata proroga di questi progetti genererebbe una situazione critica e preoccupante, perché i servizi non potrebbero essere affidati a dipendenti che non abbiano queste qualifiche. Non solo: – incalzano i collaboratori in procinto di essere mandati a casa – sarebbe opportuno che la Regione Molise si rendesse conto che fino ad oggi ha affidato a dei precari i servizi per motivare i disoccupati a trovare un lavoro! Dopo dieci anni di precariato i collaboratori della Provincia di Isernia sono stanchi e preoccupati, visto l’acuirsi della situazione di incertezza sulla prosecuzione delle politiche attive del lavoro nella regione Molise”. Ancora una riflessione: “Essere precari vuol dire essere sottopagati, vivere con l’ansia ogni anno di non vedersi rinnovato il contratto, sapere di non aver diritto a malattie, ferie, tfr e contributi previdenziali e, in futuro, ad una pensione; non essere in grado di contrarre un mutuo e – per concludere – c’è anche la beffa di non avere diritto alla percezione di ammortizzatori sociali (dopo che per anni ci si è occupati di dare risposte ad altri disoccupati!). Essere precari significa anche cercarsi un altro lavoro (naturalmente precario) pur di garantirsi un’opportunità alternativa e quindi privarsi di tempo libero e di affetti familiari. Ma i nostri politici riescono a comprendere cosa significa vivere da precari per dieci anni e ritrovarsi a 40 anni disoccupati e sapere che fuori non ci sono possibilità di ricollocarsi? Ma ancora più grave e preoccupante è immaginare, qualora la Regione Molise non dovesse permettere de facto di prorogare i contratti, la cancellazione in un solo colpo di spugna di oltre dieci anni di servizi, attività e programmazioni per cui sono stati investiti consistenti fondi europei. Tutto ciò è inaccettabile, anacronistico e contrario allo spirito del governo nazionale e dell’Unione Europea che, al contrario, puntano tutto sulle politiche attive del lavoro per contrastare la disoccupazione, soprattutto giovanile. La Youth Guarantee, ad esempio, prevede espressamente l’affiancamento di politiche attive alle politiche passive. Ma non solo: dovrebbe far riflettere il fatto che nell’ultima Legge di Stabilità (L. 147/2013) è previsto al comma 219, lett. d), art. 1 la possibilità per le Regioni, al fine di consentire il regolare funzionamento dei servizi per l’impiego, di richiedere direttamente al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali l’anticipazione sui contributi da programmare a carico del bilancio dell’Unione Europea, nei limiti di 30 milioni di euro a valere sul Fondo di rotazione per la formazione professionale e per l’accesso al Fondo Sociale Europeo”. Infine, le richieste. “Perché la Regione Molise sta andando controcorrente? – domandano i precari – Non dovrebbe sostenere una politica che si interessi realmente al problema della disoccupazione e del precariato in Molise? I precari dei servizi per il lavoro della Provincia di Isernia chiedono quindi: di dare seguito a quanto dichiarato dall’assessore regionale Petraroia in sede di tavolo tecnico del 5 dicembre 2013, ossia individuare una soluzione-ponte in attesa della nuova programmazione e del nuovo Masterplan dei servizi per il lavoro 2014-2020; di dare avvio alla procedura di richiesta dell’anticipazione al Ministero del Lavoro sui fondi comunitari 2014-2020 come espressamente consentito dalla Legge di Stabilità 2014 che consente alle regioni italiane di rifinanziare tutti i servizi per il lavoro proprio per consentire il prosieguo delle attività di tutti i Centri per l’Impiego d’Italia”.

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mikeante

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