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Rimpasto, Frattura parte in quarta ma il Pd lo costringe a fare retromarcia

CAMPOBASSO. L’annuncio dell’azzeramento di Giunta, per ora, rimane solo sulla carta. Una delle tante promesse non mantenute, da un anno a questa parte. Ma stavolta, almeno, la motivazione di fondo c’era. Perché a mandare all’aria il rimpasto è stato il malore che ha visto protagonista il principale interessato, il governatore Palo Frattura, ricoverato ieri al Cardarelli per accertamenti poco prima dell’assemblea del Pd, la prima in calendario dell’era Fanelli. Per fortuna nulla di grave, ma per il momento la Giunta rimane così com’è. Nel Partito Democratico, intanto, si respira una calma assolutamente apparente. L’elezione all’unanimità di Laura Venittell alla presidenza del Pd – con la regia del senatore Roberto Ruta, che avrebbe stoppato i propositi più belligeranti dell’onorevole Danilo Leva e del capogruppo Pd a Palazzo Moffa, Francesco Totaro, i quali propendevano per l’appoggio esterno se non addirittura per l’opposizione al governo Frattura – infatti, non ha del tutto cancellato la contrapposizione venutasi a creare con il neo segretario Micaela Fanelli nel corso della campagna elettorale per le Primarie. In effetti, la Fanelli non ha ottenuto neppure il risultato di bloccare il ricorso elettorale presentato dalla Venittelli, la quale si dice sicura di aver ragione e non è parsa affatto intenzionata a ritirarlo. Ma c’è anche dell’altro, l’opposizione tra le due ‘donne’ sembra dovuta ad un modo, quasi opposto, di fare politica su quei temi che coinvolgono interessi privati e bene comune. Tre i punti che sono stati messi sul tavolo dalla parlamentare nel corso dell’incontro di ieri, presso la sala del cinema Alphaville a Campobasso: difesa della sanità pubblica e dei più deboli, con il privato che dovrebbe accontentarsi del 20 per cento dei posti letto;  pieno coinvolgimento del partito, anche della cosiddetta ala minoritaria, nelle scelte di politica economica e di sviluppo della Regione; Giunta ragionale con forte connotazione di centrosinistra, vale a dire un ‘no’, secco, all’ingresso di Rialzati Molise e Vincenzo Cotugno nell’esecutivo, con conseguente blindatura dei due assessori del Pd, Scarabeo e Petraroia. Anche quest’ultimo, del resto, nonostante le dichiarazioni di disponibilità, nelle segrete stanze avrebbe fatto valere – e non poco – le sue ragioni con il governatore. Frattura, dunque, nonostante abbia detto sì all’ingegnere venafrano – come anche alla quota rosa e all’eventuale riconoscimento di un ruolo di peso per l’ala della sinistra radicale – potrebbe essere costretto a rivedere i suoi piani. Domani, intanto, in occasione del Consiglio regionale, il presidente della Giunta potrebbe non esserci, ancora convalescente com’è. E dunque l’assise dovrà limitarsi ad approvare la proroga dell’esercizio provvisorio di bilancio, essendo ormai in condizione di ‘vacatio legis’ da venerdì scorso, 28 febbraio, senza poter conoscere i nomi del nuovo esecutivo. 

 

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