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Sfide, senza stipendi e senza contributi

ISERNIA. Il destino dei dipendenti di Sfide appare sempre più impervio. Non basta il mancato ricevimento degli stipendi da 16 mesi. Ora si scopre che per i 21 lavoratori non sarebbero stati versati neanche i contributi. O quasi. Al fronte dell’ultimo stipendio ricevuto il 24 dicembre scorso e relativo al mese di ottobre del 2012, i precari avrebbero ottenuto la corresponsione dei contributi solo per due mensilità del 2012 e per una del 2013. Circostanza che sarebbe costata a Sfide già una diffida da parte dell’Inps. Anzi, indiscrezioni riferiscono finanche di una multa. La situazione è, dunque, grave e le ultime vicende sembrano confermare il declino dell’Agenzia, con tutti i suoi dipendenti. Si tratta di persone che avrebbero dovuto percepire dai 500 ai 700 euro mensili, salvo pochissime eccezioni ‘al rialzo’ (nell’ordine di qualche unità). Il bilancio di Sfide non è stato approvato, nonostante il varo del documento fosse atteso per il 31 dicembre. Inoltre, rumors ‘raccontano’ come l’ultima assemblea dei soci, in riunione l’11 marzo scorso, sia stata aggiornata per le poche presenze (solo sei i sindaci che hanno risposto all’appello) e come alcuni membri del Consiglio di amministrazione non sarebbero orientati a rinnovare i contratti dei precari in quanto consapevoli della carenza di fondi. A tali notizie si è poi aggiunta la recente fuoriuscita dal Cda (composto da tre sindaci, dalla Camera di Commercio e dalla Provincia) dell’ente camerale pentro e la riflessione è arrivata automatica: l’Agenzia sarebbe sul viale del tramonto. Di qui la preoccupazione dei dipendenti. Di loro solo in quattro, forse cinque, potrebbero trovare reintegro mediante i Piani di Indirizzo Territoriale (Pit). Gli altri si sono rivolti ad un legale, l’avvocato Carlo Izzi del Foro di Isernia, per tentare il recupero dei propri crediti, intimando il pagamento entro pochi giorni. Si è partiti con una normale e ‘bonaria’ procedura, ma se entro pochi giorni la situazione non dovesse risolversi la vertenza approderà dinanzi al Giudice del lavoro. Ai fatti si somma quindi l’amara constatazione. L’Agenzia, nata come occasione di sviluppo per la provincia pentra, e particolarmente attiva negli anni addietro pare aver perso progressivamente la sua ‘mission’, in quanto privata delle necessarie condizioni per operare e raggiungere risultati. Situazione che qualcuno riconduce anche alla cacciata di Florindo Di Lucente, ex assessore al ramo. Vieppiù, gli addetti ai lavori denunciano pure come nella passata legislatura il consigliere Michele Petraroia avrebbe indetto un confronto per affrontare il caso, salvo poi ‘lavarsene le mani’ oggi che è membro della Giunta regionale. Ma a defilarsi sarebbero state anche le organizzazioni sindacali, in particolare la Cgil e la Uil, che avrebbero promesso un tavolo interistituzionale per risolvere la vertenza senza mai convocarlo.

Insomma, una vicenda problematica e spinosa su cui non poteva mancare l’ennesima tegola: il presunto ‘default’ dell’ente. L’ennesimo. Nei giorni scorsi il presidente Mazzuto aveva annunciato l’esigenza di informare l’assise provinciale e poi l’opinione pubblica di alcuni importanti argomenti. E stamani, in occasione della riunione del consiglio provinciale, in seconda convocazione, ha sganciato la bomba: “La Provincia di Isernia è di nuovo sull’orlo del dissesto e questa volta anche i dipendenti sono a rischio”. Il presidente, carte alla mano, ha spiegato che mentre nel 2010 i trasferimenti statali ammontavano intorno ai 19 milioni di euro, attualmente sono previsti per il bilancio di previsione solo 7milioni e mezzo di euro circa. Una mannaia, piuttosto che un taglio, che quindi si starebbe per abbattere sull’intero sistema Provincia. Di qui la riflessione amara che riguarda pure il personale. “La legge dello Stato – ha detto Mazzuto – prevede che le somme in bilancio per i dipendenti non possano superare il 50 per cento”. E ha chiarito: “Il personale costa quasi 7 milioni di euro. Dunque, ad oggi, rappresenterebbe il 100 per cento del bilancio. Sulla questione bisognerà pertanto intervenire”. Il numero uno dell’ente di via Berta non è stato esplicito ma ha lasciato intendere che probabilmente, senza un cambio di rotta da parte del Governo, si dovrà procedere alla redazione di un piano per gli esuberi. E il dissesto finanziario della Provincia è dietro l’angolo.

Intanto, il Consiglio provinciale, riunitosi stamani per affrontare la tematica dell’inquinamento ambientale su istanza del consigliere d’opposizione Giovancarmine Mancini, ha approvato all’unanimità una mozione circa la zonizzazione del territorio e classificazione dello stesso in funzione dei livelli di inquinamento riscontrati, specie nell’area venafrana. L’assise di via Berta ha inteso impegnare così la sua Giunta a sospendere in autotutela le autorizzazioni rilasciate agli impianti industriali, successive ad una diffida del ministero dell’Ambiente, e a intervenire nei confronti della Regione Molise, tacciata di inerzia nell’attuazione di un piano straordinario di bonifica e nell’attivazione del registro tumori.

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