ISERNIA. “Con riferimento al comunicato stampa diramato dallo Staff di presidenza della Provincia di Isernia, nel quale vengono definite come ‘inesattezze e falsità’ le notizie contenute nella nota inviata agli organi di informazione dai collaboratori precari dell’Agenzia Sfide in data 19 marzo 2014, ‘dettate dalla poca conoscenza della questione e da una grande superficialità nell’affrontare la problematica’, i collaboratori precari di Sfide denunciano l’arroganza e la malafede espressa nel comunicato diffuso da personaggi diretta espressione dell’Agenzia stessa, che non hanno neppure il buon senso di firmarsi. Costoro, invece di menare il can per l’aia, farebbero bene a non perdersi in argomentazioni che, al di là degli spocchiosi tecnicismi di cu gli scrivani in questione sono padroni, non fanno alcuna chiarezza sulla situazione da noi denunciata. Nel comunicato accusatorio, inoltre, viene imputata alla Regione parte delle responsabilità per il mancato pagamento dei nostri compensi arretrati (16 mesi) ‘nonostante – diceva lo Staff – una richiesta di anticipazione, effettuata in data marzo 2013, e una successiva richiesta di stato avanzamento lavori al 31 dicembre 2013, avanzata nel mese di febbraio 2014’. Ma la cosa più sconvolgente, e che più amareggia chi, per anni, ha lavorato gomito a gomito con questi emeriti burocrati, è apprendere che l’altro motivo per la mancata corresponsione dei nostri compensi sarebbe addebitabile al “mancato o parziale raggiungimento di obiettivi progettuali” che “non ha consentito una valutazione positiva della prestazione lavorativa svolta e, di conseguenza, una commisurazione del relativo compenso”. In poche parole, si tenta di scaricare su noi collaboratori responsabilità che, invece, sono addebitabili a chi ha guidato l’Agenzia negli ultimi due anni, durante i quali hanno fatto di tutto per addivenire ad un ridimensionamento dell’organico di Sfide, con il solo fine di mantenere una struttura snella nei numeri e nei costi, che fosse indirizzata alla esclusiva gestione dei Pit. Infatti, gli altri settori dell’Agenzia, Fattorie Didattiche in testa, sono stati via via marginalizzati . Negli ultimi due anni ci è stato spesso ricordato che i costi di gestione del personale erano elevati – nonostante i compensi per la stragrande maggioranza di noi collaboratori siano da fame – ma questo lo si sapeva anche alla fine del 2012, quando ci fu detto che l’Agenzia aveva problemi di liquidità. Tuttavia, ci dicevano che non c’era da preoccuparsi, perché Sfide si sarebbe rilanciata anche grazie all’idea di organizzare la Fiera Nazionale del tartufo bianco molisano in maniera cadenzata, sullo stile di Alba in Piemonte, dimenticando però il flop della 1^ (e probabilmente ultima) edizione della Fiera, che è costata tanto in termini economici e non ha prodotto nulla in termini di promozione del prodotto/territorio. Inoltre va detto a chiare lettere che mai, e ribadiamo mai, alla scadenza dei vari contratti, peraltro controfirmati da noi collaboratori solo al primo rinnovo, siamo stati sottoposti a valutazione o ci è stato fatto notare se avessimo raggiunto o meno l’obiettivo dei progetti nei quali eravamo impegnati. Tutto è andato avanti così, per anni. Ora, per cercare una via di uscita che non metta in ginocchio dal punto di vista finanziario l’Agenzia, si cerca di scaricare le colpe su noi collaboratori. Noi (quasi tutti) che, in determinati frangenti delle nostre attività quotidiane in Sfide, abbiamo fatto anche i custodi dell’Officina della Cultura, gli scaricatori di suppellettili e gli operai impegnati nell’allestimento della 1^ Fiera Nazionale del tartufo bianco molisano, ma anche i camerieri durante la medesima manifestazione. Noi che in tante altre attività, che non erano parte di alcun progetto/obiettivo, ci siamo sostanzialmente sostituiti alle maestranze dell’amministrazione provinciale, dimostrando capacità e professionalità. Quegli stessi collaboratori ora dicono con forza che non intendono essere i capri espiatori dell’affossamento di un progetto che sta fallendo per responsabilità che ha nomi e cognomi ben precisi, e che non sono certo quelli dei precari dell’Agenzia. Non ci si può arroccare nel proprio fortino, assieme a pochi accoliti, quando quasi tutti i collaboratori esprimono il proprio disagio per non essere considerati né sotto il profilo dalle esperienze professionali acquisite in questi anni, né come persone. Infine, e questo sia chiaro, abbiamo tutto il diritto di far sentire la nostra voce, di protestare e di ricorrere agli organi di giustizia per tutelare i nostri sacrosanti diritti, messi a durissima da prova da strampalate argomentazioni tirate fuori solo perché siamo precari. E quando ci si trova da anni in questa posizione, quindi facilmente ricattabili, evidentemente non si può neppure protestare: pena il non rinnovo del contratto e, peggio ancora, la minaccia di non vederti riconoscere le spettanze pregresse! Sappiano, però, questi soloni del Diritto del Lavoro che non ci fermeremo affatto e che andremo avanti senza timori, perché sappiamo di essere nel giusto”.

Il Coordinamento dei collaboratori precari dell’Agenzia Sfide