HomeSenza categoriaSfide, disperato appello a Frattura

Sfide, disperato appello a Frattura

ISERNIA. “Gent.mo presidente Paolo Frattura,

La nostra situazione di collaboratori a progetto dell’Agenzia di Sviluppo Sfide, precari e senza compenso da ormai 16 mesi, incancrenitasi nel tempo a causa di una discutibile gestione operativa dell’Agenzia medesima, ci spenge a rivolgerci direttamente a Lei in quanto massima espressione politica del Molise. Abbiamo tentato in tutte le maniere di avere un incontro con l’istituzione Regione per esplicitare direttamente i problemi che, ormai da due anni, attanagliano l’Agenzia. Volevamo inoltre per far vedere che dietro le nostre rivendicazioni e le nostre proteste, che però non sono mai sfociate in manifestazioni di piazza, si celano persone in carne ed ossa, madri e padri di famiglia, donne e uomini con un proprio bagaglio professionale, con storie ed esperienze di vita diverse l’una dall’altra, con bisogni ed esigenze primarie che sono state mortificate da chi ha permesso che si arrivare al risultato aberrante di vantare 16 mensilità. Nostro malgrado, siamo entrati in quel tritacarne sociale che ci ha portati a guardare al futuro con prospettive pressoché minime dal punto di vista lavorativo. Certo si cerca di tirare avanti, di guardare necessariamente al domani, ma ciò che intravvediamo non dà grandi margini di speranza. Infatti, non passa giorno senza che nella nostra regione non si apprenda dell’apertura di un nuovo fronte di crisi legato a questa o quell’azienda. Si moltiplicano le richieste di aiuto alle istituzioni, chiamate a dare un contributo fattivo alla soluzione delle problematiche sollevate da centinaia di lavoratori. Si chiedono interventi risolutivi, ma si auspica anche l’accesso agli ammortizzatori sociali come panacea almeno temporanea alla perdita del lavoro. Tuttavia per noi precari, da anni collaboratori a progetto, le parole cassa integrazione o mobilità sono veri tabù. Noi, infatti, non abbiamo diritto a nulla; siamo entità professionali che hanno un regime contributivo che spalanca le porte alla pensione sociale; non possiamo né ammalarci, né, per la parte femminile, andare in maternità. E ciò dimostra quanto ci sia da lavorare per dare pari dignità, sotto i vari profili, anche a chi ha contratti come i nostri. Stazioniamo, dal punto di vista professionale, in quell’ampia area del lavoro che ha un nome ben preciso: precarietà. E la precarietà è sinonimo di instabilità. Non hai quindi le basi per poterti creare un futuro concreto. Detto questo, consci degli innumerevoli tavoli di crisi apertisi in Molise, le chiediamo, signor presidente, di fare tutto ciò che è nelle sue prerogative per restituirci quella dignità che abbiamo perso ormai da 16 mesi. Ci aiuti a superare questo difficilissimo momento, dedicando un po’ del suo tempo alla nostra questione. Siamo certi che un suo diretto intervento potrà restituire a noi, e alle nostre famiglie, un po’ di quella serenità che abbiamo smarrito. Non lasci cadere nel vuoto il nostro appello”.

I collaboratori precari dell’Agenzia Sfide

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