A Palazzo San Giorgio tiene ancora banco l’ultima epurazione del Sindaco. E il giorno della presentazione dei due nuovi assessori è stato caratterizzato da una serie infinita di polemiche. Dure critiche dall’opposizione: “Atto antidemocratico”
CAMPOBASSO. Non ha portato sicuramente bene a Gino Di Bartolomeo l’espulsione da Palazzo San Giorgio dell’assessore Nicola Cefaratti, reo di aver promosso le primarie del centrodestra (poi naufragate anche a causa delle posizione assunte dai vertici romani di Forza Italia) e di aver chiesto pubblicamente l’unità e il rinnovamento della coalizione. L’ombra di Cefaratti e di Gesualdo (l’altro componente della Giunta nel mirino del primo cittadino, che ha invece deciso di dimettersi) aleggiavano stamane nell’aula del Consiglio comunale. Doveva essere un giorno di “festa”, la presentazione dei due nuovi assessori Pietrarca e Pascale e invece Big Gino è stato travolto da una valanga di polemiche per un rimpasto che la minoranza ha definito quanto meno inspiegabile e nel migliore dei casi inutile, ormai a poche settimane dalle elezioni. Il problema è che nessuno, compresi gli esponenti dell’opposozione, hanno creduto alle ragioni ufficiali del Sindaco, che soprattutto nel caso di Nicola Cefaratti aveva parlato di risultati non raggiunti. Proprio nei confronti di uno degli assessori più longevi e attivi dell’era di Bartolomeo, che guarda caso aveva dichiarato negli ultimi mesi di non condividere l’autocandidatura (senza una vera intesa nel centrodestra e un coinvolgimento dei movimenti civici) del sindaco uscente. Pietro Maio del Pd lo ha definito un fatto grave e un atto antidemocratico. “L’unica ragione – secondo il candidato alle primarie del centrosinistra Antonio Battista – che ha indotto Di Bartolomeo a rimuovere Cefaratti è una pura e semplice diatriba personale, non di certo un fatto amministrarivo”.
