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Scarabeo: “A Regioni più efficienti deve corrispondere uno Stato più efficiente”

Riforme politica, il punto di vista dell’assessore regionale del Partito Democratico 

 

CAMPOBASSO. Forse si ha ragione quando si afferma che “le Regioni devono abbandonare quel tanto di autoreferenzialità e tendenza all’arroccamento che ha reso farraginoso il rapporto con l’amministrazione centrale”. Sono d’accordo su una revisione di questo rapporto e quindi di accettare la sfida del cambiamento, cercando di capire cosa non funziona nelle Regioni italiane e come questi enti possono recuperare la loro piena funzionalità, riducendo i costi ed eliminando sprechi e inefficienze. Ma con la consapevolezza che va riformato anche l’intero sistema pubblico: a Regioni più efficienti deve corrispondere uno Stato più efficiente, attraverso una nuova sinergia fra i diversi livelli istituzionali e partendo dagli interessi reali dei cittadini. La crisi del regionalismo richiede una riflessione seria sulla riforma dello Stato e sull’articolazione dei poteri, e la proposta avanzata dal Governo sul titolo V è una base di discussione importante per definire un nuovo patto fra lo Stato e le Regioni. La riforma non può prescindere dall’avere al centro il cittadino e la tutela dei suoi interessi e dei suoi diritti perciò le stesse Regioni devono necessariamente mantenere, su alcune materie, la potestà legislativa e di intervento concorrente. La proposta di rivedere la legislazione tra lo Stato e le Regioni, fa diventare questa riforma una questione ancora più delicata, soprattutto se si pensa alla fragilità del sistema politico che, spesso, non riesce a risolvere i problemi reali del Paese. La burocrazia, i tanti, troppi passaggi istituzionali di leggi e provvedimenti storpiano il progresso dell’Italia, ma pensare di regolare le competenze oscurando un’interfaccia come le Regioni, limitandone, di fatto, alcune importanti funzioni, significa allungare la distanza che esiste tra le esigenze dei cittadini e le soluzioni che lo Stato riesce a trovare per risolvere i problemi. La politica ha molte colpe su quanto è accaduto ma, seppure molto spesso inadempiente, rappresenta il ponte tra i cittadini e chi li governa a livello centrale. E’ questo rapporto che deve essere ricostruito, è la fiducia non soltanto verso le istituzioni ma anche e soprattutto verso la politica stessa che deve diventare il perno su cui far ruotare la vita dello Stato. Riformare significa cambiare quello che non va bene o conformarlo alle situazioni che si sono evolute o involute nel tempo, ricercare le soluzioni più idonee a far fronte alle necessità, ai problemi che registriamo quotidianamente. Ma riformare non è necessariamente dare il classico colpo di spugna a qualcosa che se fatto funzionare non possa continuare a dare risultati. By-passare l’istituzione regionale, significa che si vuole far mancare il contatto diretto tra politica e cittadino, quello che verrebbe a mancare proprio nel rapporto tra quest’ultimo e gli amministratori locali, relazione, invece, che deve restare un punto di riferimento tra territorio e istituzioni. E’ su questo compromesso che deve basarsi la scelta del Governo e del Parlamento su come meglio riformare il titolo V – garantendo la piena rappresentanza territoriale e allo stesso tempo, dare al cittadino, l’opportunità di rendersi partecipe della vita attiva della propria città e quindi dell’intera nazione. E’ facile fare dichiarazioni che seguono la scia del momento, è più difficile assumersi la paternità di concetti che l’opinione pubblica non vuole sentirsi dire, anche se dobbiamo riflettere sul fatto che la soluzione spesso non è necessariamente dall’una o dall’altra parte: la verità, può stare nel mezzo e noi non la vediamo o non la vogliamo vedere. Forse sarebbe meglio parlare di ottimizzazione, che vuol dire trarre da un’azione, una decisione, il massimo dei vantaggi con il giusto sforzo e impegno attraverso le azioni di programma e di governo che l’istituzione regionale e la politica devono fare a vantaggio del proprio territorio di riferimento, con l’oculatezza della gestione dei fondi a disposizione, eliminando sprechi e privilegi superflui, con l’obiettivo di raggiungere il massimo e il miglior risultato per tutti e con l’impegno a svolgere il ruolo di amministratore così come davvero deve essere.

Massimiliano Scarabeo 

mikeante

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