Categories: CRONACA

‘Veneziale’, malmenato medico del Pronto Soccorso

ISERNIA. Aggredito e picchiato sul posto di lavoro. E’ accaduto intorno alle 20.30 a un medico in servizio presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Isernia, il dottor Benedetto Potena, colpito al volto con un forte pugno da un uomo – a quanto pare – con problemi psichici, che si sarebbe introdotto nel reparto provenendo dall’esterno e pretendendo il ricovero nonostante la mancanza di posti di letto. Secondo prime testimonianze, l’aggressore avrebbe anche forzato la porta scorrevole del reparto, prima di assalire il malcapitato di turno, ora in osservazione. Di fronte alle resistenze dell’esagitato, che ha anche rotto una barella e tentato di aggredire alcuni infermieri, è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Una situazione già denunciata nel novembre scorso, durante una conferenza stampa, dall’intero personale del reparto d’emergenza pentro, sempre più ingestibile. In quell’occasione, il primario facente funzioni, Lucio Pastore, riferì che la pressione media degli utenti in rapporto alla popolazione della provincia, a Isernia, è pari al 44 per cento; quasi il doppio della media degli altri Pronto Soccorso d’Italia, che si aggira intorno al 21 per cento. “Dopo i tagli – aveva spiegato il primario – non esistono strutture territoriali alternative e l’utenza si riversa a Isernia, dove manca il personale medico, infermieristico e ausiliare. Prendiamo l’anno 2011: c’erano venti infermieri più due triagisti. L’anno seguente, gli infermieri si sono ridotti a dodici, nonostante un patto – firmato nel luglio 2011 – con l’amministrazione Asrem in cui si riconoscevano le carenze e ci si impegnava a risolvere i problemi”.

Da allora la situazione è peggiorata e, da qualche tempo, “sempre più numerosi sono gli episodi di aggressione da parte dell’utenza – aveva riferito Pastore – Minacce verbali, ma non solo. Un medico, di recente, è stato aggredito in malo modo: in parte si tratta di soggetti conosciuti e segnalati, ma anche l’utenza cosiddetta ‘normale’ è esasperata”.
Quattro mesi dopo, ancora una volta un fatto di violenza. I casi in questione sono stati segnalati di volta in volta all’Asrem, ma finora nulla è cambiato: mancano barriere di protezione di qualsiasi natura, non c’è un servizio di vigilanza da parte della polizia o di una guardia giurata, come in altre strutture italiane. A ciò si aggiunga anche il continuo turnover, con conseguente precarizzazione estrema del personale: gestire le emergenze dovendo pensare anche alla propria incolumità, dunque, sta rendendo la situazione esplosiva.

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mikeante

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