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Università di Isernia, stop agli entusiasmi: non bastano 45mila euro

ISERNIA. Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. E lui, che in tempi non sospetti aveva chiesto garanzie alle istituzioni per un uso della sede universitaria di Isernia dalla durata “ragionevolmente lunga”, non può certo dirsi soddisfatto della soluzione trovata dalla Regione Molise in sede di approvazione di bilancio: 45mila euro e spese di fitto pagate per tutto l’anno accademico 2014. Il rettore dell’Università del Molise, Gianmaria Palmieri, vuole un impegno certo: entro metà della prossima settimana dev’essere in grado di pianificare al meglio i corsi di laurea magistrale (tre anni più due) presso l’ateneo regionale. Dunque, ha bisogno di certezze, non più di proroghe su proroghe. Per questo, pur ringraziando per la disponibilità manifestata dalla Regione Molise di prevedere una tantum, per l’anno 2014, la somma di 45mila euro, segnala “che si tratterebbe di un intervento comunque inidoneo, per la misura insufficiente dello stanziamento e per il suo carattere episodico, a giustificare la permanenza dell’ateneo” nella sede del centro storico di Isernia. Altro che salvataggio, dunque: martedì 15 aprile, alle ore 16, si riunisce a Campobasso il Senato accademico, che gestisce il manifesto di studi; a seguire, il giorno dopo, è convocato il Consiglio d’amministrazione dell’università, che prende atto degli impegni di spesa. In queste sedi sarà deliberato, in via definitiva, se l’Unimol lascerà o meno la sede di via Mazzini, a partire dal prossimo 1° ottobre. Palmieri, come detto, vuole garanzie (scritte) di durata quinquennale per fornire risposte certe agli studenti. Ma se le istituzioni, ancora una volta, si dimostrassero titubanti sul da farsi, la facoltà di Scienze Politiche, unica superstite nel capoluogo pentro – dopo che il basso numero di iscritti ha determinato lo spostamento a Campobasso, dal prossimo 1° gennaio, delle facoltà di Lettere e Beni Culturali – sarebbe certamente trasferita nei locali della sede di Pesche.

Il costo del fitto dei locali della Curia vescovile di Isernia, pari a circa 82mila euro l’anno, rischia dunque di rivelarsi ancora una volta uno scoglio insormontabile: per cinque anni, tra Regione e Comune occorrerebbe trovare oltre 400mila euro. Eppure, da indiscrezioni, il rettore sembrerebbe tendenzialmente possibilista: la situazione, in queste ore, è in continua evoluzione, dunque tutto può succedere. Gran peso nella vicenda lo avrà, ovviamente, la Regione, più volte chiamata in causa sulla vicenda.

Certo è che le peripezie per mantenere Scienze politiche presso la sede di via Mazzini non cominciano affatto oggi: il 31 ottobre 2013, infatti, il contratto di locazione era scaduto, ma l’ex rettore Giovanni Cannata e il vecchio Cda decisero di accollarsi un ulteriore semestre accademico, ovvero di prorogare il fitto fino al 28 febbraio 2014. Dopo quella data, l’Unimol ha deciso di utilizzare parte delle risorse del Consorzio Universitario del Molise (Cum), in conseguenza dello scioglimento dello stesso, per sostenere gli oneri relativi al pagamento dei canoni di locazione fino alla conclusione dell’anno accademico in corso. Motivo per cui Palmieri, d’accordo con il governatore Paolo Frattura e con il sindaco di Isernia Luigi Brasiello, ha prorogato ancora il fitto fino al prossimo 30 settembre, a fronte dell’esborso di circa 37mila euro derivanti dalla succitata chiusura del Cum. A questa somma, da ieri, si aggiungono i 45mila euro del capitolo di bilancio regionale dedicato, che mettono al riparo la situazione per tutto l’anno accademico in corso. Ma, dal 1° ottobre, si tornerebbe punto e a capo. Motivo per cui Palmieri smorza gli entusiasmi: per salvare la sede di via Mazzini non può bastare un impegno economico di pochi mesi.

A fronte di questa situazione, il Comune lavora su due fronti: da un alto sta cercando di convincere la Curia a ritoccare verso il basso le spese di fitto della sede dell’ex seminario; dall’altro, sta cercando di persuadere Frattura a far sì che l’erogazione di fondi pro università di Isernia non sia un impegno episodico, stante la disponibilità di Palazzo San Francesco a farsi carico degli oneri della locazione da gennaio 2015. La parola fine sulla tribolata vicenda a metà della settimana prossima.

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