Liberazione, sul Monte Marrone ‘rivive’ la Resistenza

ISERNIA. La strada ancora segnata dai carri. Edifici scheggiati dai proiettili delle mitraglie tedesche posizionate lungo il fianco del monte Castelnuovo. È il sentiero che porta fino al monumento dei caduti e della Resistenza. Palcoscenico sanguinoso della tragedia del Novecento. Settantuno anni fa quel luogo, quella vetta, assorbì il valore dei sacrifici degli uomini, e un alpino del Battaglione Piemonte lo evocava come una divinità. Da quel giorno è nato il ‘Sacro Monte Marrone’. Dalla profanazione della guerra, dalla cenere dei soldati, è nato un luogo di culto. Le quattro vette che dominano la valle del Volturno per la 71esima volta tornano a essere la giornata del ricordo. Era il venticinque aprile 1943, quando nell’aria si diramava la Liberazione. E dal quel sacro monte s’innescava la scintilla che portò alla nascita del Corpo Nazionale di Liberazione. Da uno dei più importanti scenari di guerra della linea Gustav a luogo sacro e scrigno di ricordi e di vita passata. E come ogni anno Cgil, Cils e Uil del Molise, insieme con il Comune di Rocchetta al Volturno, il Comitato Antifascista Molisano, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e l’Unione degli Studenti si apprestano a commemorare i caduti della Resistenza e la Liberazione dell’Italia dal fascismo e dal nazismo. Il programma prevede, alle ore 10, un omaggio al cippo funebre di Giaime Pintor con la deposizione, a cura di Cgil, Cils e Uil del Molise e del Comune di Rocchetta al Volturno, di una corona d’alloro e alle ore 11, presso il monumento nazionale di Monte Marrone, la commemorazione ufficiale con interventi da parte dei rappresentanti dei soggetti promotori.