ISERNIA. La soluzione, stavolta, potrebbe essere a portata di mano. La Curia vescovile, già dettasi disposta a ridurre da 70 a 30mila euro circa il canone di fitto dei locali di via Mazzini, sede dell’università, avrebbe teso ancora una volta la mano all’amministrazione Brasiello, altrimenti finita in un vicolo cieco. Secondo indiscrezioni,  la Diocesi di Isernia-Venafro avrebbe infatti acconsentito a stipulare un accordo di programma con il Comune volto a consentire la permanenza delle facoltà di Scienze Politiche nel centro storico del capoluogo pentro. Obiettivo di tale intesa: permettere alla Giunta di centrosinistra di aggirare l’ostacolo della legge finanziaria, che vieta a un ente (il Comune) di pagare il fitto per conto di un altro ente dotato di propria autonomia (l’Università) senza incappare nel richiamo della Corte dei conti. Ecco allora la scappatoia: Palazzo San Francesco elargirà una somma alla Curia – pari al prezzo standard del canone di fitto – per scopi sociali e culturali, quali ad esempio la valorizzazione degli scavi sottostanti la cattadrale di San Pietro apostolo. In pratica, una sorta di donazione alla Diocesi, ottenendo in cambio la concessione dei locali dell’ex seminario di via Mazzini in comodato d’uso. La somma sarebbe messa insieme in parte con fondi comunali (circa 30mila euro); in parte grazie alle elargizioni dell’Ordine degli avvocati di Isernia, che svolgeranno la propria formazione professionale esclusivamente in via Mazzini, contribuendo così a mettere insieme tra i 6 e i 10mila euro; in parte, infine, con soldi della Regione (che per quest’anno ha stanziato un capitolo di bilancio dedicato con fondi pari a 45mila euro, da confermare anche in futuro).

L’accordo di programma dovrà essere intavolato, almeno come bozza, entro il 30 aprile, termine ultimo concesso dal Senato Accademico al rettore Gianmaria Palmieri per rivedere la decisione adottata, cioè trasferire le facoltà di Scienze Politiche nella sede di Pesche. Per quella data la Giunta Brasiello, insomma, dovrà adottare un’apposita delibera, da sottoporre subito dopo al Consiglio comunale per la definitiva approvazione. Un’operazione che consentirebbe al primo cittadino di salvare l’università e – soprattutto – la faccia, dopo le incertezze dimostrate, a più riprese, sull’argomento: ma i meriti, meglio precisarlo, sarebbero principalmente della Curia, senza la disponibilità della quale egli avrebbe potuto ben poco. Proprio ieri mattina, comunque, Brasiello ha incontrato il rettore, che gli ha ribadito di non voler affatto ‘spogliare’ Isernia delle facoltà esistenti. Tuttavia, entro mercoledì prossimo, c’è bisogno di un impegno scritto di durata ragionevolmente lunga. Salvo imprevisti, tuttavia, la strada stavolta dovrebbe essere in discesa.