HomeSenza categoriaComunali, Gravina mette i paletti: “Ballottaggio? Andremo da soli”

Comunali, Gravina mette i paletti: “Ballottaggio? Andremo da soli”

CAMPOBASSO. Roberto Gravina, candidato sindaco del Movimento 5 stelle alle Comunali di Campobasso, non vede l’ora di ‘riaprire’ le porte del Comune ai cittadini: progettualità e partecipazione sono gli elementi su cui punta la sua campagna elettorale. L’avvocato 36enne, scelto dai ‘grillini’ per la competizione del prossimo 25 maggio, ricalca la campagna del movimento nazionale e manifesta la sua “voglia di rompere con gli schemi politici e con gli apparati tipici dei partiti”. Nell’intervista che ha concesso alla nostra testata si scaglia contro gli avversari: “In caso di vittoria del centrosinistra, il rischio è che si ripeta quello che già avviene a livello regionale, ossia l’abitudine di ‘accontentare’ tutti”. Parole dure anche per la lista di Michele Scasserra: “Romano, che fino a poco prima aveva fortemente osteggiato la politica di Michele Iorio, si ritrova ora in una coalizione ahce avversava, che mi sembra incapace di amministrare la città”.

Avvocato Gravina, da quanto tempo si occupa di politica?

Attivamente dal 2012.

Perché questa decisione?

Stanco solo di lamentarmi, ho deciso di metterci la faccia e di attivarmi con profondo spirito di responsabilità e con la voglia di cambiare le cose.

Perché proprio con il Movimento 5 stelle?

Perché gli altri sono tutti delle cariatidi. Il Movimento 5 stelle dà spazio a persone come me, che solo dal 2012 ho deciso di partecipare attivamente, sposando determinati princìpi quali la partecipazione e il senso di non appartenenza a partiti politici.

Cosa, più delle altre, l’ha spinto a entrare nel Movimento 5stelle?

La voglia di cambiare e rompere con gli schemi politici e con gli apparati tipici dei partiti e, poi, la partecipazione attiva che ritengo sia fondamentale

Quale pensa sia la cosa di cui la città di Campobasso – e il Molise in generale – ha più bisogno?

Innanzitutto progettualità, capacità amministrativa e possibilità effettiva di amministrare la città. Questo è necessario sia a livello regionale – poiché l’amministrazione della Regione è ‘ingessata’ a causa dell’abitudine della coalizione di governo, così eterogenea e ampia, a dover accontentare tutti i rappresentanti – e lo stesso potrebbe verificarsi a livello comunale, soprattutto con la gestione di centrosinistra. La coalizione di centrodestra, invece, di fatto si è spaccata, soprattutto per quanto riguarda la compagine di Michele Scasserra. Anche in questo caso c’è una forte eterogeneità: voglio ricordare che Massimo Romano, il giorno prima della sua discesa in campo con Scasserra, ha osteggiato fortemente la politica di Michele Iorio, questo chiaramente durante tutto il corso della sua partecipazione come consigliere regionale; quindi, anche per questo, faccio fatica a capire come si possa amministrare bene la città in caso di vittoria.

E’ disponibile, eventualmente, ad appoggiare iniziative degli altri partiti?

Ho già dichiarato che, per quanto riguarda la competizione elettorale, noi del Movimento corriamo da soli. Poi, nel caso in cui vincessimo, siamo ben lieti di sposare eventuali proposte che la minoranza dovesse avanzare in merito, però, a tematiche che sono nel nostro programma o che sono coerenti con la nostra visione politica. Per quanto riguarda la competizione elettorale ed eventuali ballottaggi, ribadisco, corriamo da soli, sia a livello locale sia a livello nazionale.

C’è una cosa che non vede l’ora di fare nel caso in cui vincesse? Qual è la sfida più grande che le piacerebbe portare avanti?

Sicuramente ‘riaprire il comune’ nel vero senso della parola, ossia: basta con i potentati, con le appartenenze ad apparati tipici dei partiti; vogliamo restituire davvero la parola ai cittadini e questo si può fare solo con una maggioranza coesa e senza l’abitudine di restituire favori di sorta a nessuno.

Quali pensa siano stati i risultati più importanti ottenuti dal Movimento 5 stelle in Regione? E in Parlamento?

La battaglia sull’articolo 7 e sulle indennità è sicuramente merito dei due consiglieri regionali del Movimento 5 stelle, Patrizia Manzo e Antonio Federico; poi, l’ultimo risultato ottenuto riguarda la questione dell’eolico e la politica sanitaria. In questi casi è stata fatta una politica di pungolo particolare rispetto alle proposte dell’attuale maggioranza e, quindi, anche il ripensamento – tra l’altro certificato dal commissario – sulla questione sanità è frutto dell’intervento dei consiglieri. Sicuramente il risultato più evidente riguarda il tema dei rimborsi. Anche per quanto riguarda il Parlamento nazionale, il provvedimento di Letta sui rimborsi, seppur progressivo, è innegabilmente un successo del Movimento. Chiaramente quando si è in opposizione non è possibile incidere facilmente sull’attività amministrativa.

Cosa rappresenta oggi la figura di Grillo? Pensa che un giorno il Movimento possa continuare a esistere senza di lui?

Le dichiarazioni di Grillo sono trasparenti sin dall’inizio. Egli stesso è consapevole del fatto di essere innanzitutto un comico, ma il problema è che abbiamo atteso che fosse un comico a porre sul piatto della politica nazionale temi molto importanti come il finanziamento pubblico ai partiti o lo scollamento totale della politica nei confronti alla società civile. Quindi, Grillo rappresenta ancora oggi – come indica anche il richiamo nel simbolo del Movimento 5 stelle – non tanto o non solo una sorta di leader carismatico, ma sicuramente colui che, con il suo carattere e con la sua fama, riesce a dare maggiore risonanza ai temi discussi. Chiaramente, è evidente a tutti la crescita di politici del Movimento oggi di punta a livello nazionale; Grillo è consapevole di questo e sta lasciando spazio anche ad altre persone capaci.

Cosa pensa delle espulsioni che sono avvenute in Parlamento? Sei d’accordo con il metodo adottato?

La metodologia delle espulsioni va compresa per come avviene realmente. Prima di arrivare alla decisione di espellere un componente ci sono passaggi che le persone non sanno: la decisione viene presa innanzitutto nelle assemblee locali di appartenenza, poi in quelle regionali. L’eventuale sfiducia in queste due assemblee, quindi in due organismi interni di cui fanno parte i cittadini, significa la perdita di fiducia. A determinare tale eventualità è probabilmente il fatto che sono state assunte scelte assolutamente contrarie alla politica del Movimento, che possono riguardare i rimborsi o le aspirazioni politiche. Quindi le espulsioni – che per fortuna non sono tante – stanno a significare che gli espulsi hanno tradito lo spirito del Movimento 5 stelle. Non è una questione di epurazione e, soprattutto, non è conseguenza di un comando dall’alto. Quando Grillo fa un’affermazione a proposito, significa che la decisione è già maturata all’interno delle assemblee locali.

nf

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