HomeNotizieCRONACAFrana del macerone, la protesta finisce al Ministero

Frana del macerone, la protesta finisce al Ministero

ISERNIA. Ad oltre un anno dalla frana, resta chiusa al traffico la Statale 17 all’altezza del Macerone. Quello squarcio nel terreno e lungo la strada, dopo ripetuti incontri istituzionali e intoppi burocratici che sembravano risolti, è ancora lì. E a denunciare nuovamente in pubblico la situazione sono i cittadini della zona, della frazione pentra ma anche del Comune di Forli del Sannio, sui quali ricadrebbero i maggiori disagi dal mancato ripristino dello smottamento. Ed ecco che in 900 – almeno così recita una nota giunta in redazione – hanno sottoscritto, lo scorso 25 maggio, una missiva indirizzata al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma anche alla Prefettura di Isernia, Anas, Regione Molis e Comune di Isernia, atta a chiedere “tempestivi interventi finalizzati ad assicurare l’immediato ripristino della funzionalità della SS 17”. Appello con il quale si intende ammonire gli ‘organi’ deputati alla risoluzione del caso, tacciati di “ingiusta incuranza”. L’ennesimo grido di aiuto giunge all’indomani della diffusione della notizia che l’amministrazione di palazzo San Francesco, attraverso una propria delibera, avrebbe incaricato la Provincia di prendere in esame la vicenda. Tuttavia, gli stessi Enti hanno già analizzato la questione, avanzando le loro ipotesi di intervento in occasione dei numerosi tavoli convocati ad hoc in Prefettura. La prima idea messa sul piatto era proprio quella della Provincia, con la previsione della realizzazione di una strada alternativa che ricalcasse l’antico percorso borbonico. Progetto bocciato sul nascere, per il parere negativo espresso dalla Soprintendenza, che in quell’area impone il vincolo storico – paesaggistico, e perché verosimilmente troppo onerosa. Allora spazio alla proposta del Comune che, in via preliminare, ha previsto il consolidamento della frana a monte, per 2milioni di euro da finanziare con fondi Cipe, e il successivo ripristino del manto stradale dell’arteria viaria principale da parte dell’Anas, per altri 4 milioni di euro. Un’opera che pareva convincere tutti tranne che per un aspetto: il prezzo. L’infrastruttura costerebbe, infatti, complessivamente 6milioni di euro. E, dinanzi al denaro, la questione si sarebbe arenata. Pertanto, i cittadini hanno deciso di dare una nuova scossa alle istituzioni.

 

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