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Università, d’Apollonio non molla: fuori la bozza di accordo

ISERNIA. “Basta con i balletti e i giochini, fuori la bozza di accordo che permetterebbe a Isernia di mantenere la sede dell’università nel centro storico”.

E’ un invito perentorio quello che Giacomo d’Apollonio, consigliere della lista ‘Isernia in Comune’ rivolge all’amministrazione comunale pentra. Dopo l’approvazione in Consiglio comunale di una mozione bipartisan che fa appello alla Regione Molise affinché completi i lavori di ristrutturazione di Palazzo Jadopi e lo stesso venga dato in concessione gratuita all’Unimol, l’esponente di minoranza non si lascia incantare dalle buone intenzioni e chiede maggiore trasparenza sull’operato della Giunta Brasiello.

“Dapprima si è proceduto a tentoni – dichiara d’Apollonio – consci di aver affrontato l’argomento con superficialità e rappresentando, peraltro, ai cittadini una situazione non corrispondente al vero. L’amministrazione, nelle scorse settimane, aveva la necessità assoluta di far passare un messaggio: quello di aver favorevolmente risolto la problematica legata alla permanenza dell’università a Isernia, al fine di non accrescere il malcontento in città e di non essere pesantemente criticata e attaccata in vista del Consiglio comunale del 21 maggio scorso, responsabilmente richiesto dalle minoranze per dare il proprio leale contributo su un tema così rilevante. Ma l’amministrazione, per tutta risposta, ha convocato il Consiglio ben oltre il limite dei 20 giorni fissato dall’art. 18 del regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale: è passato più di un mese, si è agito ancora una volta in spregio delle regole. Lo spostamento della convocazione dell’assise così in ritardo, oltre i limiti consentiti, è stato espressione soprattutto di un atteggiamento furbesco, volto a eludere la critiche in Consiglio comunale, nel momento di maggiore difficoltà di questa maggioranza, fuggita di fronte alle proprie responsabilità per evitare di fare scena muta in Consiglio. E per far credere ai cittadini che il mantenimento dell’Università in questa città, nel centro storico, è cosa fatta. Ma non è assolutamente vero”.

Dopo le note vicissitudini per raggiungere un accordo di lunga durata con la Curia che esentasse l’Università dal pagamento del canone di fitto, il 30 aprile, data ultima indicata dall’Unimol per evitare il trasferimento delle facoltà di Scienze Politiche da via Mazzini a Pesche “la Giunta non aveva assolutamente nulla di concreto – afferma ancora d’Apollonio – tranne le buone intenzioni della Curia, che per la verità ci sono sempre state, è notorio. E non c’era certo bisogno che le stesse fossero messe per iscritto con una bozza di accordo. Meraviglia, a tal proposito, anche l’atteggiamento compiacente del rettore Palmieri, il quale – dopo aver pressato il Comune di Isernia in maniera comprensibilmente puntigliosa per ottenere garanzie certe e per iscritto sulla struttura del centro storico – si è poi, stranamente, accontentato di un documento che, invece, non garantisce nulla, prestandosi in tal modo a un’operazione di facciata e reggendo il gioco a quest’amministrazione. La realtà, si badi, è un’altra: la definizione dell’accordo deve ancora avvenire e dipenderà dalla magnanimità del nuovo vescovo, monsignor Camillo Cibotti, che si insedierà ufficialmente il prossimo 28 giugno, in cui tutti noi sinceramente confidiamo”. A questo punto il consigliere di minoranza chiede: “Quest’accordo con la Curia, inviato dal sindaco al rettore chi lo ha mai visto? Dov’è questo documento che ha permesso all’Unimol fare buon viso a cattivo gioco? Perché non è stato mostrato ai consiglieri comunali e tuttora resta inspiegabilmente ‘top secret’? Quali sono i termini dello stesso, di che cifre si parla? Se il nuovo presule, in qualche modo, dovesse ritenere incongruo il canone di fitto che il Municipio pentro è disposto a sborsare o a proporre, potrebbero essere guai seri! Ci auguriamo sinceramente che questo non accada. Ma a onor del vero, va ricordato che il Comune di Isernia, direttamente, non può fare nulla. Non deve e non può pagare il fitto per conto di un altro ente, quale appunto l’Università, senza essere esposto al controllo e al richiamo alle proprie responsabilità da parte della Corte dei conti. Sarebbe, poi, inconcepibile – conclude d’Apollonio – che il Comune possa accollarsi oneri per l’Università quando ci sono scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, che necessitano di interventi di manutenzione urgenti che non vengono effettuati per mancanza di risorse finanziarie. Attendiamo di conoscere quali siano gli strumenti con i quali si intende aggirare l’ostacolo. Ribadendo che il nostro unico interesse è quello di far rimanere l’università nel centro storico, potenziandone l’offerta formativa e attirando studenti con nuove facoltà”.

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