Bain&Co, ecco i motivi della prescrizione per Iorio

CAMPOBASSO. Sarebbe stata esclusivamente la prescrizione ad evitare all’ex governatore del Molise, Michele Iorio, la condanna per il reato di abuso d’ufficio relativamente al caso Bain&Co, una vicenda che avrebbe visto l’allora presidente della Regione affidare due consulenze alla multinazionale senza alcun avviso o bando. Questo quanto reso noto da un dispaccio Ansa che ha pubblicato le motivazioni con le quali è stata annullata la sentenza di condanna inflitta proprio a Iorio nel 2013 dai giudici della Corte d’Appello di Campobasso. “I motivi in punto di responsabilità” presentati dalla difesa – si legge sull’Ansa – “sono infondati”; “tuttavia il reato è prescritto”. Dunque, la tesi sostenuta dal Codacons secondo cui l’ex governatore avesse favorito per le consulenze sulla riorganizzazione sanitaria regionale e per la Termoli–San Vittore la Bain&Co in ragione del fatto che in detta società lavorasse suo figlio, sarebbe sostanzialmente fondata. Solo “in ragione dell’avvio e del consolidamento
di una possibile carriera lavorativa del figlio – scrive la Cassazione – il presidente della Regione si era attivato per far ottenere un primo, e poi un secondo, incarico pubblico al possibile datore di lavoro (cui competevano le scelte sulle prospettive prima di stabilizzazione dello stage del figlio, poi del seguito della carriera) così in concreto ingraziandoselo, al di fuori di alcuna pur atipica e informale modalità di pubblicizzazione della contingente esigenza pubblica sottesa all’incarico e dei criteri di selezione e scelta”. Questo “rendeva evidente l’obbligo di astensione dell’imputato in relazione ad entrambe le delibere (quelle per l’affidamento delle consulenze), sussistendo una situazione di evidente conflitto di interessi, stante l’interesse personale quantomeno indiretto proprio e del figlio”. Fatte tali precisazioni, l’ultima delibera risale al 2004. Da quella data sono partiti i tempi di prescrizione, diventati poi maturi. Ed ecco che Iorio, lo scorso 4 marzo, è potuto tornare a sedere tra gli scranni del Consiglio regionale.