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Vaccone si incatena: “In Molise il piano dell’insanità”

VENAFRO. Alla luce del piano di riordino sanitario regionale, gli esponenti del comitato Pro SS Rosario sono tornati a far sentire la propria voce, inscenando un’azione di protesta con la quale hanno voluto lanciare un forte appello alle istituzioni. Il presidente del movimento civico Gianni Vaccone si è incatenato dinanzi al nosocomio venafrano. Al suo fianco cittadini, ma soprattutto il vice del comitato, l’avvocato Franco Macerola, che ha spigato le ragioni della rimostranza. A loro avviso la riorganizzazione della sanità molisana sarebbe eccessivamente penalizzante per il comparto pubblico in favore delle strutture private, con particolare riferimento all’area di Bojano-Campobasso. Ma anche il potenziamento dell’ospedale di Isernia a scapito delle altre strutture pentre sarebbe “inopportuno”, dal momento che esiste l’ormai famigerata relazione dell’ingegner Gioielli, assunta al protocollo della Usl 2 Pentria nel novembre del 2002, secondo cui il presidio isernino presenterebbe un elevato indice di vulnerabilità sismica. Circostanza che spinge quindi il comitato a chiedere chiarimenti ed una retromarcia da parte della Regione. “La nostra è una lotta per salvare la sanità pubblica, non solo il SS Rosario – ha quindi dichiarato Macerola – Il piano Frattura, così come pensato, lo abbiamo ridefinito ‘Piano dell’insanità’ morale ed economica. Come si fa a portare soldi nelle casse dell’Asrem – incalza l’avvocato venafrano – se gli ospedali pubblici vengono chiusi e i presidi privati favoriti?”. Un interrogativo cui fa seguito una più generale riflessione. “Noi diciamo che si può fare sanità in Molise – ancora l’esponente del Comitato – mantenendo in vita tutti e sei le strutture del territorio, con tre grossi ospedali e altri tre con servizi di eccellenza. A Venafro si può aprire un Cto, mentre a Larino un centro oftalmico. Questo per salvare l’economia locale”. Infine, l’affondo sul caso del Veneziale. “Noi non vogliamo la chiusura del nosocomio di Isernia. Ma di certo ci aspettiamo che quella struttura venga messa a norma e in proposito le istituzioni non devono più tacere. Esiste la relazione dell’ingegner Ermanno Gioielli che definisce il Veneziale simicamente vulnerabile. Inoltre, parla di rbk insufficiente e di ferro nelle colonne a tondo liscio. Una situazione analoga a quella riscontrata per la casa dello studente de L’Aquila. Siamo preoccupati”. Il comitato promette battaglia finché non otterrà risposte.

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mikeante

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