Provincia, scattano i decreti ingiuntivi: dipendenti ancora senza stipendio

ISERNIA. I dipendenti della provincia di Isernia, ancora in attesa di ricevere dall’ente la mensilità relativa al mese di maggio, sono sul piede di guerra. Tramite la Cisl Funzione Pubblica avevano lanciato, nei giorni scorsi, ai vertici di palazzo Berta un ultimatum affinché entro la giornata di oggi ottenessero le spettanze o perlomeno risposte credibili sulla reale situazione ostativa al rilascio dei loro soldi. Ma a quanto pare nulla di concreto sarebbe accaduto, tant’è che nel corso di un’assemblea tenutasi nella sala convegni della sede provinciale si è deciso di far partire i decreti ingiuntivi. Questo sarebbe però solo un primo passo – come ha spiegato il coordinatore regionale Cisl Fp Ettore Cibelli -, in quanto in assenza prolungata di riscontri positivi si andrebbe verso la proclamazione dello stato di agitazione, ovvero verso lo sciopero. Tuttavia, un responso da parte della Provincia di Isernia c’è stato. Quasi contemporaneamente all’avvio dei lavori assembleari è giunta ai sindacati, alle Rsu, ai revisori dei conti, al prefetto e vertici dell’Ente di via Berta la risposta del caso a firma del direttore generale Lino Mastronardi. Questi – nero su bianco – attribuisce la mancata erogazione degli stipendi alla “riduzione progressiva delle liquidità per i servizi essenziali svolti dall’ente”. Condizione che ha “creato uno scompenso di cassa di circa 20milioni di euro, a partire dal 1997”.

E c’è di più. “A poco è valso – scrive il dirigente – il ricorrere all’anticipazione di tesoreria, nei limiti delle possibilità legislative, in quanto lo scompenso via via nel tempo ha generato un saldo negativo di gran lunga superiore all’anticipazione stessa. Stante il rispetto degli equilibri dei bilanci in termini di competenza, nonché l’obbligo di esercitare effettivamente i servizi istituzionali – ancora la nota – risulta impossibile ottemperare allo svolgimento delle attività lavorative per erogare i servizi a favore della popolazione in mancanza di giusta liquidità a garanzia dei contratti, delle forniture e degli appalti”. Quindi l’impegno ad attivarsi “per riattivare il regolare flusso gestionale”, recuperando le liquidità di pertinenza governativa. Sul punto la dirigente Gabriella Petrollini, nel precisare che la Provincia non avrebbe effettuato “spese pazze”, ha spiegato come l’ente avrebbe già fatto opposizione al pignoramento per la vicenda Maltauro, avrebbe già effettuato una trasferta presso il ministero dell’Interno per ottenere almeno le rimesse relative al 2013 e, infine, avrebbe chiesto anticipazioni alla banca per 3 milioni di euro, ma ne avrebbe ricevuti solo la metà. Spiegazioni che però non avrebbero convinto i sindacati, che chiedono ancora di conoscere il motivo “dell’intoppo”,dal momento che in regime di emergenza per i tagli ai trasferimenti statali la Provincia ci sarebbe già da tempo. La Cisl pretende l’individuazione anche di eventuali responsabilità interne per l’incresciosa situazione. E va avanti sulla strada dei ricorsi.