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Frattura, adesso Di Giacomo invoca l’impeachment: “Venga rimosso”

 

CAMPOBASSO. Impeachment: in vigore nei Paesi anglosassoni e negli Stati Uniti, é un antico istituto di messa in stato di accusa di un personaggio politico resosi responsabile di comportamenti illeciti o illegali nei confronti del proprio Paese o dei propri cittadini, che può portare alla sua rimozione o destituzione con conseguente interdizione dai pubblici uffici. Per le bugie e le falsità dette, per i comportamenti tenuti, per i danni irreversibili provocati a questa Regione e ai suoi cittadini, il Molise dovrebbe avviare questa procedura nei confronti di Frattura e dei suoi compari. E’ sufficiente riascoltare le sue parole al vento, rivedere i filmati delle molteplici firme da lui apposte ai documenti pre-elettorali, rileggere le sue false promesse ; basta andare indietro con la memoria di soli 15 mesi per comprendere l’inganno nel quale sono stati trascinati i molisani. ” Non chiuderemo i piccoli ospedali ! “, urlava ad Agnone, a Venafro e a Larino nel corso della campagna elettorale. E invece nei Piani Operativi approvati dalla Giunta Regionale e inviati al Tavolo Tecnico interministeriale questi ospedali non esistono più. Sono le stesse strutture che noi abbiamo difeso con i denti, sfidando il Ministero dell’Economia che, allora sobillato dalla Sinistra, minacciava di commissariare il Molise. Abbiamo resistito alle forti pressioni di Roma, nella convinzione che questi ospedali, per Agnone, Venafro e Larino, rappresentassero molto di più di strutture sanitarie. Ricordo che durante una seduta del Tavolo Tecnico al quale ero presente in qualità di Assessore alla Salute, il dr. Massicci , in nome del Ministero dell’Economia , mi disse con faccia feroce: ” Non penserete mica di tenere in piedi ospedali di 150 posti letto solo per difendere l’economia di un territorio! “. ” Certo che lo penso, gli risposi io, almeno fin quando il Governo di questo Paese non offre a queste comunità una alternativa seria per continuare ad esistere ed a sopravvivere …”.

Frattura, invece, ha chinato il capo; ha svenduto le nostre comunità per salvare se stesso. E in questo scenario funebre dobbiamo anche tollerare la Fanelli che invita “tutte le forze politiche a fare quadrato per evitare il commissariamento di Frattura…”. Evidentemente la Fanelli non ha capito che l’unica speranza di far sopravvivere una parvenza di assistenza sanitaria in Molise passa per il commissariamento di Frattura. Ma oltre a chiudere i piccoli ospedali Frattura ha fatto di peggio: ha inspiegabilmente (?) spostato l’asse dell’assistenza sanitaria dal pubblico al privato. Infatti, a fronte di un rapporto a livello nazionale tra pubblico e privato di 80 a 20, in Molise il rapporto è colpevolmente sbilanciato su un incredibile 60 a 40, consegnando alle strutture private addirittura le reti di emergenza ( come quella per le urgenze cardio-vascolari, alla Cattolica, e quella per le urgenze neuro-vascolari, al Neuromed ). Ma c’è di più e di peggio: queste strutture sono attualmente prive di un Pronto Soccorso, e quindi non potrebbero essere abilitate all’emergenza ( a meno che qualcuno non pensi di farlo all’insaputa di tutti ). Ma questo è un problema che si porrà al primo incidente di percorso, quando i responsabili di questo obbrobrio dovranno rispondere dell’ assurda organizzazione sanitaria immaginata sul territorio.

“Il palazzo della Regione con noi sarà una casa di vetro. Ridurremo i costi della politica. Il merito sarà il criterio cui attenersi…. “, urlava il sereno Frattura. Si, di vetro smerigliato!. Gli uffici della Regione sono stracolmi di parenti, soci ed ex soci di aziende e imprese personali, voltagabbana che si sono venduti per un piatto di lenticchie, avventurieri che sbavano pensando a come mettere le mani sui nuovi affari che si profilano all’orizzonte. A proposito dei costi della politica. il Molise è diventato in questi mesi lo zimbello del Paese, tra le comiche di “Vincenzo il portaborse” e i vergognosi sotterfugi per non ridursi l’indennità. Gli enti sub-regionali sono tutti lì, come prima; con l’unica differenza che sono commissariati, per dare un posto al sole ad amici e parenti. “Metteremo le nostre aziende nella condizione di camminare con le proprie gambe…”, sentenziava l’ex Presidente della Camera di Commercio di Cb. Purtroppo ce ne siamo accorti. Sono 5.000, per l’anno 2013, i posti di lavoro persi. Diventeranno 7.000 alla fine del 2014. I dati economici dicono che il Molise ha la percentuale di disoccupazione giovanile più alta d’ Italia (oltre il 50%), il reddito pro capite più basso, l’aspettativa per il futuro più negativa. Il Molise, con il governo di Frattura e compari, è diventato un enorme cimitero di aziende, avvitato in una crisi economica che ha messo sul lastrico migliaia di famiglie senza poter intravedere all’orizzonte una seppur minima speranza che le cose possano cambiare. Per non parlare, poi, degli scandali di questa Regione, di cui ci occuperemo in altra occasione. Ma i molisani non devono perdere la speranza. In politica esistono i cicli storici: come cominciano, così finiscono. Passerà anche Frattura.

Sen. Ulisse Di Giacomo 

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