Giallo di Roccamandolfi, terza assoluzione per Antonio Pinelli

CAMPOBASSO. Terza assoluzione per Antonio Pinelli, unico indagato per la morte del cugino Alessio Masella, il giovane di Cantalupo nel Sannio trovato carbonizzato in un casolare di Roccamandolfi, andato in fiamme nell’agosto del 1999. A marzo 2013, il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Isernia aveva emesso un verdetto di assoluzione. Il secondo, dopo il processo del 2008. Ma a novembre dello stesso anno, come in passato, la Procura generale di Campobasso ha impugnato la sentenza e la Corte d’Assise d’Appello ha disposto l’avvio di un nuovo procedimento. In quell’occasione è stata, pertanto, accolta l’istanza dei legali di parte civile, Carlo Moscato e Giovanni Petrarca, convinti che quella notte, nella masseria di Roccamandolfi, si fosse consumato un omicidio. Tesi, naturalmente, opposta a quella sostenuta dal difensore di Pinelli, l’avvocato Gianluca Giammatteo, per il quale si trattò di un incidente. Ed ecco il pronunciamento che ribalta le cose, ma che sostanzialmente si pone in continuità con le precedenti sentenze. Se il procuratore generale della Repubblica Antonio La Rana ha chiesto per l’imputato una condanna a 24anni di reclusione per l’omicidio del giovane Masella, il collegio giudicante della Corte d’Appello, presieduto dal magistrato Rossana Iesulauro, con a latere Vincenzo Pupilella, ha ritenuto di scegliere la strada dell’assoluzione. Ma il “perché” arriverà solo con la pubblicazione delle motivazioni. Il pronunciamento è stato accolto con soddisfazione dal legale di Pinelli, Giammatteo, il quale ha commentato: “E’ giunta la terza assoluzione per il mio assistito e credo che non sarebbe potuta andare diversamente. Il processo è sempre stato indiziario – ha aggiunto l’avvocato – Non esistevano moventi convincenti, né tantomeno prove”.