ISERNIA. L’orrore della violenza sessuale ricostruito in una sorta di confronto all’americana. E’ andato in scena ieri mattina presso il tribunale di Isernia l’incidente probatorio che ha visto sfilare quattro minorenni, presunte vittime di violenza sessuale aggravata da parte di un 23enne dell’hinterland isernino. Tre di esse avrebbero confermato, nella sostanza, le accuse; la quarta, invece, avrebbe dichiarato di essere la fidanzata del giovane e di non aver subito alcun abuso. La procura pentra, con a capo il dottor Paolo Albano, si è detta convinta che il quadro accusatorio sia stato ulteriormente confermato dalle testimonianze rese. Non così, invece, la difesa dell’indagato: l’avvocato Claudio Di Pietro sostiene che, dalle dichiarazioni, emergerebbero versioni contrastanti. E che una delle presunte vittime avrebbe negato qualsiasi violenza, dichiarando di aver avuto rapporti sessuali consenzienti con il 23nne, una volta compiuti i 14 anni. E di essere la sua fidanzata. L’accusato, presente in udienza, era nascosto dietro un vetro: un espediente affinché le testimoni non si sentissero intimorite dalla sua presenza e potessero parlare liberamente. Ora gli atti tornano nelle mani degli inquirenti, che dovranno decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio. Il presunto stupratore, con precedenti specifici, avrebbe approfittato delle giovanissime nel periodo compreso tra l’ottobre 2012 al marzo 2013. Scoperto dai carabinieri a seguito di un controllo su strada – un veicolo su cui viaggiavano tre persone, di cui due maggiorenni, e una ragazzina di soli 13 anni: compagnia che per la sua eterogeneità insospettì i militari dell’Arma, i quali decisero di approfondire le loro indagini – era finito ai domiciliari nel dicembre scorso. Tuttavia, la procura si è battuta strenuamente affinché il giudice ne disponesse la detenzione in carcere. La difesa si è però opposta, sia in sede di Riesame che in Cassazione. Ma alla fine la Suprema Corte ha deciso per la reclusione nel carcere isernino di Ponte San Leonardo. Secondo le accuse, il ragazzo adescava le minorenni mostrandosi con loro gentile e affettuoso; dava vita ad un corteggiamento riuscendo così a conquistare la loro fiducia, per poi portarle nella sua abitazione, dove le stesse venivano costrette a guardare video pornografici e a subire abusi sessuali. Una vicenda confermata prima di oggi, in primis dalla 13enne e in seguito dalle altre sfortunate protagoniste ascoltate dai carabinieri, alla presenza di genitori e psicologi.