CAMPOBASSO. Si sono svolti ieri, nella chiesa di San Pietro a Campobasso, i funerali di Antonio Pettinicchi, artista e talento molisano riconosciuto a livello internazionale per la sua pittura originale ricca di dettagli che racchiudono l’essenza inconfondibile della sua arte così poco convenzionale. La sua morte ha lasciato un vuoto che solo le sue opere possono testimoniare. I ritratti di personaggi descritti con un tratto insolito ed emozionante, le magie dei paesaggi e la natura morta raffigurata nei suoi dipinti hanno faticato per affermarsi nei luoghi stereotipati dell’arte, ma l’animo schietto e la perseveranza di Pettinicchi hanno lasciato il segno, senza mai dover scendere a compromessi.
Nato a Lucito, si era formato all’Accademia delle Belle Arti di Napoli per partecipare poi a numerose mostre nazionali e internazionali tra cui la Quadriennale nazionale di Roma e la Biennale di Venezia. Molte sue opere fanno oggi parte di prestigiose collezioni pubbliche e private.
Notevole la partecipazione di quanti, ieri, hanno voluto offrire l’ultimo saluto al maestro, così come tanti sono stati i messaggi di cordoglio. Il presidente Paolo Frattura ricorda “l’emozione e la gioia di partecipare alla sua ultima personale poco più di un anno fa a Campobasso. Quel giorno – afferma il presidente – vidi la carezza di un uomo, del suo genio e della sua dolcezza custoditi nei visibili segni del tempo. Pettinicchi è stato l’ambasciatore internazionale, dal profilo altissimo, del nostro Molise”. Anche il presidente del consiglio regionale, Vincenzo Niro, ha voluto esprimere il suo cordoglio: “Pettinicchi, pur meritando apprezzamenti e riconoscimenti di notevole portata e decisamente ambiti, non ha mai gradito la prima pagina, lasciando scivolare la sua maestria nei commenti esaltanti di chi ne ha stimato i contenuti. Lavoratore taciturno, schivo a ogni forma di pubblicità, lascia ‘capolavori’ artistici degni di ogni considerazione”.
Nunzia Fiacchino
