ROMA. “Vorrei salutare in modo speciale e affettuoso la gente del Molise: mi hanno accolto nella loro bella terra e anche nel loro cuore, un’accoglienza calda, affettuosa, che non dimenticherò mai”. Lo ha detto Papa Francesco dopo l’Angelus di oggi in piazza San Pietro, ricordando la visita di ieri a Campobasso, Castelpetroso e Isernia. “Non dimenticatevi di pregare per me, anche io lo faccio per voi”, ha poi concluso.
Sua Santità può esserne certo: il Molise non lo dimenticherà mai. Non scorderà le sue parole, il suo sorriso, la sua capacità di infondere il coraggio negli ultimi con la forza dello spirito. Il Papa che si lascia toccare con mano ha visitato ieri il Molise, terra di emigrazione, forte di antiche tradizioni e dalle salde radici cristiane. L’uomo buono, il comunicatore, il ‘semplice’ rivoluzionario, si è donato a una regione in profonda sofferenza, una delle “periferie del mondo”, che per un giorno ha ritrovato la voglia di sorridere, guardare avanti e ripartire. Papa Francesco è uomo dal carisma straordinario. Una figura come poche se ne ricordano nella Chiesa, istituzione segnata dalla secolarizzazione ma ancora un punto di riferimento per molti. Umile tra gli umili, Bergoglio si è calato nei panni della realtà molisana, che annaspa tra le maglie della crisi senza vedere ancora la luce. Il suo coraggio è animato da una fede talmente pura da renderlo persino più umano. Più vicino a tutti noi. E, per questo, capace di avvicinare alla preghiera e di riaccendere la passione religiosa anche nei più duri di cuore, in coloro che da Santa Romana Chiesa, nel tempo, hanno preso le distanze per le più svariate ragioni. Il 5 luglio il Molise ha vissuto una giornata bellissima, straordinaria. Memorabile. Ogni tappa, per la regione, è stata praticamente un dono del cielo. L’attesa, durata mesi, è stata ampiamente ripagata dall’entusiasmo trasmesso dal Pontefice a quanti, anche per un attimo, hanno avuto modo di vederlo, sfiorarlo, toccarlo. Ma vediamo la cronaca di giornata nelle sue tre tappe.
