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“Il Molise non ha ragione di esistere”: i dati choc del Corriere della Sera

CAMPOBASSO. Con la sua penna sul blasonato Corsera intende evidentemente ammonire le istituzioni, e in particolare il Governo Renzi, sulla necessità di un netto taglio ai costi della politica. E per farlo ‘rispolvera’ i contenuti del dossier redatto da un gruppo di lavoro al tempo della spending review e fermo, a quanto pare, in un cassetto da almeno quattro mesi. Dossier dal quale il Molise esce letteralmente martoriato, poiché tacciato di inutilità. A scrivere è il giornalista Sergio Rizzo che, in un passo di un suo articolo pubblicato proprio oggi sul Corriere della Sera, fornisce importanti rivelazioni. “Il problema principale, come molti del resto ormai sostengono, – scrive Rizzo – è rappresentato dalle Regioni. Da qui la proposta di allineare il costo degli apparati politici regionali a parametri standard. Il che non significa soltanto gli stipendi degli eletti, ma anche il loro numero e quello del personale che gli ruota intorno, con tutte le spese relative. Garantirebbe un risparmio di almeno 300 milioni l’anno, e sarebbe un’operazione di puro buonsenso. Portata alle conseguenze più radicali potrebbe anche modificare la geografia politica”. Cosa vorrà mai dire? Ecco spiegato: “Secondo il rapporto – prosegue il giornalista del Corsera – la Regione Molise non avrebbe ragione di esistere”. Affermazione shock, alla quale segue ancora un’accurata analisi: “Il gruppo di lavoro incaricato di mettere a nudo gli aspetti più delicati (e scabrosi) di un sistema impazzito – scrive ancora Rizzo – segnala circostanze incresciose nelle quali sono state rifiutate loro le informazioni. Il che tuttavia non ha impedito di scoprire come in molti casi norme moralizzatrici quali quelle del decreto Monti del 2012 sono state aggirate con autentiche furbate, che hanno limitato la riduzione dei consiglieri prevista dalla legge, fatto rientrare dalla finestra spese uscite dalla porta, vanificato l’innalzamento dell’età pensionabile […] Il rapporto scomparso non risparmierebbe nemmeno i Comuni – prosegue l’articolo – per i quali stima un minore esborso annuale di qualche centinaio di milioni grazie a una rigorosa politica di accorpamenti per quelli al di sotto dei 5 mila abitanti, i quali assorbono il 54 per cento della classe politica locale.
[…] Per la Corte dei conti gli apparati politici comunali costano 1,7 miliardi l’anno, contro il miliardo e mezzo circa di Camera e Senato, che hanno 945 onorevoli più i senatori a vita, e il miliardo delle Regioni, dove si contano 1.270 fra eletti e assessori. Solo per pagare stipendi e pensioni di deputati e senatori si sono spesi nel 2013 ben 447 milioni, con un aumento di 8 milioni sul 2012. Ciò esclusivamente a causa della crescita della spesa per i vitalizi, pari ormai a metà del totale (220 milioni). Compresi gli europarlamentari e gli apparati provinciali, i politici italiani sono in tutto 145.591. Uno ogni 407 residenti nel nostro Paese. Il che la dice lunga sul peso della politica in Italia”.

L’articolo, riportato in estrema sintesi, ripropone in tutta la sua enormità il problema della casta, con argomentazioni condivisibili che però hanno fatto sobbalzare il governatore Frattura il quale, alla vista della lapidaria osservazione per la quale ‘il Molise non avrebbe ragione di esistere’, ha inteso armarsi a sua volta di carta e penna e replicare agli articolisti del Corsera Sergio Rizzo e Riccardo Puglisi, manco fossero loro gli autori del famigerato dossier redatto dai gruppi di lavoro di Cottarelli. Ma per il presidente Frattura è lecito difendere le appartenenze, come è importante non cedere a “populismi e qualunquismi”. Pertanto, questi con una nota stampa, si schiera col Molise.
“Più volte ci siamo difesi da chi, alterne voci di tutti gli schieramenti politici, con superficialità assoluta ha sentenziato che il Molise non ha ragione di esistere. Oggi riprendiamo la nostra difesa di fronte al verdetto emesso – afferma Frattura – dai tecnici incaricati di individuare ed eliminare gli sprechi del sistema Paese”. Di qui l’elenco delle azioni messe in campo. “Con i signori tecnici, e non solo con loro, – si legge nella seconda parte della nota – ci piacerebbe confrontarci sulle misure di spending review adottate da questa Regione, misure in bilancio e consultabili da tutti secondo i principi guida della nostra azione amministrativa: trasparenza, condivisione, semplificazione, controllo. I provvedimenti di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica li abbiamo adottati non per mantenere in vita l’apparato Regione Molise, ma per rilanciare l’economia locale, per creare occasioni di lavoro, per dare possibilità di futuro ai nostri cittadini […] Piccoli come siamo, in un solo anno abbiamo superato 11 milioni di euro di economie. Come? Lavorando tutti insieme per ridurre la spesa corrente e semplificare tutta la nostra architettura istituzionale. Con il processo avviato la pianta organica della Regione Molise passerà nel 2016 da 819 addetti (situazione al 31 dicembre 2013), a 580 per un risparmio strutturale di oltre 8 milioni e mezzo di euro. Il numero dei dirigenti risulterà ridotto del 46 percento: da 74 a 40. Abbiamo cancellato tutte le attività non prioritarie, eliminato premialità che non corrispondano al merito, accorpato, e continueremo a farlo, organismi con funzioni spesso identiche. Abbiamo risparmiato oltre un milione di euro nelle governance delle partecipate, mediante il coinvolgimento dei dirigenti regionali e l’azzeramento dei cda a favore dell’amministratore unico. Tra fitti e spese di gestione, abbiamo razionalizzato l’uso degli immobili per quasi un milione di euro di risparmi, abbiamo messo in vendita gli automezzi di proprietà dell’amministrazione. Persino l’organizzazione della visita del Santo Padre, evento straordinario per una realtà da ‘eliminare’, per quanto di competenza della Regione, è stata a costo zero, grazie a tutte le strutture regionali e alle imprese che hanno risposto alla nostra richiesta di collaborazione.
Abbiamo fatto questo, e altro ancora abbiamo in cantiere, per rendere il Molise più economico, più efficiente, più moderno, per rispondere alle esigenze e alle richieste di un Paese in profonda crisi, convinti che solo così possiamo insieme, i nostri cittadini e noi, guardare al futuro con fiducia e speranza. Lo sappiamo, rischiamo molto sul piano politico, ma siamo certi di assicurare un domani alla nostra Regione. Andremo avanti senza arretrare mai rispetto ai quotidiani attacchi riservati alla nostra esistenza. Ecco su che cosa ci piacerebbe confrontarci, – conclude il Presidente Frattura – piuttosto che essere solo oggetto di scherno da parte di chi, senza conoscerci, decreta che non meritiamo di esistere come Regione. Magari, chissà, potremmo riservare anche qualche sorpresa”. La replica è, dunque, servita. Corredata da una serie di buone azioni condotte in Regione. Magari, chissà – citando lo stesso Frattura – dopo la falsa partenza e la ribalta delle cronache nazionali ‘grazie’ a Le Iene, con un’immagine non certo edificante di questa terra, un buon esempio forse il Molise lo potrà dare.

 

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