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Centro per l’impiego, i precari si appellano gli amministratori della provincia pentra

ISERNIA. I precari del Centro per l’impiego della Provincia di Isernia, che da oltre un decennio svolgono servizi per il lavoro con contratti di collaborazione, sono preoccupati per il loro futuro occupazionale. E in vista delle elezioni per il rinnovo del consiglio e dei vertici di palazzo Berta, trasformato ormai in Ente di secondo grado, scrivono una lettera aperta a tutti i sindaci e amministratori del territorio pentro per evidenziare la loro situazione, sperando venga loro rinnovato il contratto. In primis, i precari sottolineano di non gravare sul bilancio provinciale, bensì su quello dell’Europa, in quanto le loro professionalità sono state previste nell’ambito dell’assegnazione dei fondi strutturali europei. Ma le precisazioni vanno oltre: si tratta di collaboratori che hanno lavorato e continuano a lavorare presso i Servizi per l’impiego, supportando gli uffici, sebbene pare non percepiscano nessuno stipendio da giugno 2103. “Qual è la nostra ulteriore difficoltà? – si legge quindi nella missiva – La difficoltà sta nel fatto che a settembre 2014 voterete i nuovi organi politici provinciali e, di conseguenza, sarete chiamati a decidere sulla non interruzione dei Servizi per il Lavoro nel territorio della Provincia di Isernia e, quindi, della prosecuzione dei nostri contratti di collaborazione. Si vuole evidenziare che i Servizi per il Lavoro – prosegue la lettera aperta – rientrano tra le funzione delegate alle Province di Campobasso ed Isernia dalla Regione Molise con la Legge Regionale n. 27/1999 e, da ultimo, riconfermate e rafforzate dalla D.G.R. n. 217/2013. Né tale delega risulta intaccata dalla recente riforma delle Province (Legge n. 56/2014 – c.d. Riforma Delrio) in quanto, come noto, la riforma non ha eliminato le Province ma solo il loro sistema politico‐elettivo. Inoltre, i Servizi per il Lavoro e le Politiche Attive, ad oggi, restano in capo alle Province in attesa della definitiva approvazione del disegno di legge sulla normativa in materia (Job Act, Agenzia Nazionale del Lavoro, riforma INPS, etc.). I Servizi per il Lavoro risultano essenziali, in questo grave momento di crisi economico‐occupazionale, per la crescita e lo sviluppo di un territorio piccolo come quello della Provincia di
Isernia e sono di supporto per i migliaia di lavoratori senza occupazione o sussidi di sostegno al reddito. Alla gravità dell’eventuale interruzione di tali servizi – continuano i precari nel tentativo quasi disperato di vedersi garantito un dignitoso futuro – si aggiunge la gravità della perdita del posto lavoro di noi operatori, il cui contratto è in scadenza al 31 dicembre 2014. Gli aspetti del
problema legati alla cessazione del rapporto di lavoro (perché sempre di rapporto di lavoro si
tratta: che si definisca atipico, precario, o altro, ci troviamo di fronte ad un rapporto di lavoro e di
lavoratori) sono diversi. In primo luogo occorre rendersi conto che il problema esiste: esistono dei
collaboratori (padri e madri di famiglia per i quali, in alcuni casi, il contratto di collaborazione con
la Provincia è l’unica fonte di reddito) il cui contratto è in scadenza. Sono persone reali come
quelle dell’Ittierre, della GAM, dello Zuccherificio, etc. Riteniamo opportuno, pertanto, che vengano
delineate le modalità e le procedure per consentire la prosecuzione dei contratti di collaborazione (che, ribadiamo, sono finanziati con risorse non Provinciali ma di derivazione Comunitaria). Noi collaboratori precari chiediamo di conoscere il nostro destino professionale e lavorativo. Siamo consapevoli – concludono i collaboratori – che le soluzioni non sono a portata di mano e che non sarà possibile uscire facilmente dal limbo della precarietà senza il coinvolgimento della nuova Giunta Provinciale. Il non avere una stabilità contrattuale, l’essere sottomessi ad una incertezza costante, il non potersi dare delle regole fisse di consumo, di
acquisizione di beni fondamentali come la casa, di pianificazione familiare, implica un’esperienza
di marginalizzazione che può diventare esasperante. Inoltre, ci rendiamo conto che non possiamo
avanzare delle ‘rivendicazioni’, né aprire una ‘trattativa sindacale’ o una ‘vertenza’, vorremmo
però avere la possibilità, nella chiara consapevolezza delle nostre responsabilità e dei limiti dei
nostri diritti, di dimostrare le nostre qualificate competenze e capacità professionali acquisite nel
corso degli anni e di proseguire il percorso instaurato con la Provincia di Isernia.
In ragione di quanto esposto vi chiediamo di interessarvi alle istanze da noi
segnalate e di rendervi, possibilmente, disponibili ad incontrarci per ulteriori chiarimenti o
delucidazioni”. Il messaggio è stato lanciato.

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