HomeNotizieCRONACACase popolari, ristrutturazione stoppata dai residenti

Case popolari, ristrutturazione stoppata dai residenti

ISERNIA. Nel suo piccolo anche Isernia registra condizioni di degrado urbano preoccupante, in particolare nel quartiere San Leucio, di proprietà dello Iacp. Agli occhi dei passanti, le due strutture di via Veneziale che ospitano gli alloggi di edilizia popolare ricordano quasi le famigerate ‘Vele’ di Scampia. Lo stato di abbandono si protrae avanti ormai da diversi anni. L’Istituto autonomo case popolari, per porre un sostanziale rimedio al problema di abbandono e deterioramento della zona di via Veneziale, propose così la demolizione degli stabili malridotti e obsoleti e la ricostruzione di più nuove e sicure abitazioni.
Lo Iacp predispose pertanto un primo bando, avente ad oggetto la realizzazione di uno stabile che avrebbe dovuto fungere da collocamento momentaneo riservato a tutte quelle famiglie costrette a lasciare i vecchi palazzi. Una sistemazione soltanto provvisoria e temporanea, dunque, che avrebbe permesso nell’immediatezza che i fabbricati degradati fossero abbattuti ed al loro posto sorgessero nuovi immobili più sicuri e moderni. Una soluzione molto ambiziosa per una realtà come quella di Isernia, dove attuare lo strumento dello sfratto è praticamente cosa difficilissima. Nemmeno la garanzia che si trattasse di una soluzione soltanto provvisoria è riuscita però a persuadere tutti i residenti del primo edificio da abbattere e ricostruire, che sembra essere anche quello più cadente. Esso è abitato soltanto da poche famiglie che, almeno al momento, non hanno nessuna intenzione di aderire alla soluzione prospettata da Comune e Iacp. Nelle more della protesta, anche il successivo bando per la ricostruzione del secondo fabbricato è stato regolarmente aggiudicato ad una impresa locale. Sono stati, inoltre, nominati tutti i tecnici responsabili, ma per l’inizio dei lavori non è ancora stata prospettata nessuna data, considerando chenon si riesce a mandar via le circa dieci famiglie che ancora occupano il primo stabile. 
Comune e Iacp, di fronte a questa situazione di stallo, si giustificano dicendo che il progetto di recupero urbano dell’intero quartiere non riesce a partire a causa dell’ostracismo di alcuni residenti. Ma nel frattempo, rispetto alla paralisi decisionale e operativa degli enti preposti, il decadimento aumenta e va ad aggiungersi ai pericoli di stabilità dei fabbricati non manutenuti.

FC

 

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