ISERNIA. Scoppia la bomba di una parentopoli all’interno della maggioranza di centrosinistra, dopo la storica visita di Papa Francesco a Isernia. A far esplodere i malumori, l’affidamento dell’incarico di redazione del progetto per il piano della sicurezza stradale e della viabilità finalizzato all’organizzazione dell’evento. Non tanto per l’onorario previsto – non certo astronomico – in favore di due validi professionisti, pari a 10mila euro in totale. Quanto la circostanza che uno di essi risulta essere parente stretto di un consigliere di maggioranza, oltre ad avere rapporti professionali con personaggi vicinissimi alla Giunta. Ma andiamo con ordine.
Il caso deflagra nella mattinata di martedì 22 luglio, quando esponenti del centrosinistra accusano l’assessore Cosmo Galasso di aver indicato espressamente, su delega in bianco del sindaco, il professionista oggi contestato. La vicenda viene prima fatta passare come un dissapore personale, che nulla avrebbe avuto di politico. Ma i maldipancia non rientrano e, nel pomeriggio, si tiene un’animata riunione di maggioranza, che finisce in maniera quasi tragicomica. Qualcuno avrebbe addirittura abbandonando i lavori praticamente sull’orlo di una crisi di nervi, incassando tuttavia la solidarietà del sindaco. Finisce con un nulla di fatto, ma il giorno dopo – oggi – si tiene il Consiglio comunale, con lo scoglio del consuntivo 2013.
Ed è qui che il centrosinistra mostra tutte le sue crepe. Prima di iniziare a discutere i punti all’ordine del giorno, chiede la parola il consigliere di minoranza Gianni Fantozzi. Forte di un’esperienza decennale, l’esponente di Grande Sud evidenzia con grande abilità la questione parentopoli, ma senza accusare nessuno. Attacca la maggioranza dicendo che, se crede di riuscire a tenere segrete le proprie azioni politiche, si sbaglia di grosso. Usa parole forti, parla di “comportamenti inenarrabili”.
Ma il coup de théatre arriva quando Fantozzi non punta il dito per l’affidamento dell’incarico in odore di parentopoli. Bensì, per il fatto che la maggioranza abbia tentato nelle segrete stanze “un’opera di screditamento verso una sola persona, l’assessore Galasso, che ha svolto un lavoro encomiabile per l’occasione della visita del Santo Padre. Gli ho visto fare finanche il manovale. Ci si scaglia contro di lui – continua il consigliere d’opposizione – dicendo che ha scelto un certo professionista. Senza dire una parola verso un altro assessore, ovvero colui che ha indicato l’altro tecnico incaricato. Che strano! Vi sfido a uscire allo scoperto, a mostrarvi contestatori anche in Consiglio comunale”.
Fantozzi evidenzia, poi, come le decisioni prese, al riguardo, si siano rivelate vincenti. “L’evento era eccezionale ed eccezionali si sono rivelati anche i collaboratori. La mia, pertanto, è una critica politica, non certo personale. Fareste bene a fare mea culpa al vostro interno, perché all’infuori del piccolo cabotaggio non siete in grado di fare nulla”, conclude lasciando attonito e imbarazzato il centrosinistra.
Non a caso, anche la Gendarmeria vaticana ha più volte elogiato il lavoro fatto a Isernia in materia di viabilità. Dunque, onore alla professionalità dei due tecnici. Ma il problema è di natura etica. E qualcuno non se lo fa scivolare addosso. La prima a chiedere un chiarimento politico invocando un’immediata sospensione della seduta consiliare è Francesca Scarabeo, Pd. Ma la sua istanza viene respinta dal presidente dell’assise Franco Capone.
Passa qualche minuto e anche Ovidio Bontempo, capogruppo Pd, si associa alla richiesta della Scarabeo. Capone si vede costretto a mettere ai voti e la sospensione passa. Con il centrodestra tutto che gongola per l’azione di Fantozzi, capace di far venire a galla il profondo scollamento della maggioranza. Quando il centrosinistra si riunisce, i toni sono altissimi. Qualcuno rimprovera addirittura Capone per aver dato la parola a Fantozzi su un tema non iscritto all’ordine del giorno. Ma il presidente si difende con forza, invocando l’assoluto rispetto del regolamento.
Tuttavia, è il sindaco Luigi Brasiello quello che appare più contrariato: secondo quanto riferito da qualcuno dei presenti, avrebbe addirittura urlato che, a fronte di certi comportamenti, forse sarebbe meglio andare a casa. Ma – qui la sorpresa – qualcuno avrebbe replicato inaspettatamente piccato. “Noi siamo pronti ad andare a casa per davvero, gli altri non so”. Si parla di punto di rottura, di necessità immediata di un cambio di rotta prima che sia troppo tardi. I più inferociti minacciano di essere pronti a scendere dal carro del vincitore: una doccia fredda, gelata, che lascia basiti anche più ottimisti. Alla ripresa dei lavori, ci si salva grazie al fatto che l’argomento parentopoli non era certo in agenda. Dunque, il centrosinistra è costretto a far finta di nulla e a passare al voto sul bilancio, dimenticando quanto accaduto in meno di un’ora di Consiglio.
Ironia della sorte, in Consiglio fa la sua comparsa il vescovo Camillo Cibotti: accolto tra gli applausi, ringrazia l’amministrazione per l’ottimo lavoro svolto in occasione del 5 luglio, giorno della visita del Papa, la prima nella storia della città. Ma è solo una parentesi. Nei prossimi giorni, certamente, seguiranno riunioni. La ferita è aperta. E brucia, parecchio.
Pba