HomeNotizieCRONACAIsernia e Termoli, vietato nascere: scoppia il caos

Isernia e Termoli, vietato nascere: scoppia il caos

ISERNIA. La già precaria situazione in cui versa la sanità molisana non accenna a migliorare. Infatti, da alcuni giorni sarebbe addirittura impossibile poter partorire all’ospedale Veneziale di Isernia e, per giunta, anche al S. Timoteo di Termoli. Il motivo sembrerebbe da addebitarsi alla mancanza di personale che si è venuta a creare nei reparti di Ginecologia e Ostetricia. Tra ferie e concomitanti malattie, sarebbero venute a mancare diverse ostetriche, oltre una mezza dozzina. Il tutto, unito all’organico già esiguo, ha portato ad una vera e propria emergenza nei due ospedali. Paradossale, dunque, la situazione venuta a crearsi: nelle due strutture succitate si correrebbe il rischio di non poter accettare le partorienti qualora la situazione dovesse perdurare, se non addirittura aggravarsi. Con tutti i disagi delle puerpere costrette a recarsi al cardarelli di Campobasso.
Considerato il vasto bacino di utenza che coprono i due nosocomi interessati dalla mancanza di ostetriche, la circostanza non è passata inosservata, richiamando l’attenzione dei sindacati che immediatamente hanno cercato di sensibilizzare le istituzioni locali su un problema che coinvolge mezza regione. La Cgil ha deciso di chiedere un intervento urgente, attraverso Susanna Pastorino, segretario generale della Funzione Pubblica: “Esprimiamo una forte preoccupazione per la grave situazione che si sta verificando negli ospedali di Isernia e Termoli, con riferimento ai reparti di ginecologia e ostetricia, dove la carenza di figure professionali (nello specifico ostetriche) sta seriamente mettendo a rischio la sicurezza del personale e quella delle degenti”.
“Quantomeno sommaria e assolutamente inadeguata allo stato appare la scelta aziendale di continuare a provvedere con strumenti provvisori e disorganici – continua la Pastorino – Né può bastare la legittima indignazione e il senso di responsabilità dei singoli che può porre rimedio ad un inadempimento dai profili quantomeno abnormi. Ci risulta che sia stata inviata opportuna segnalazione a tutte le autorità competenti, ma certo esiste ancora la possibilità di ovviare ad una situazione di stallo e di mancata assunzione di responsabilità”.
Infine, la sindacalista conclude con un appello: “Chiediamo all’Azienda ospedaliera una immediata presa d’atto del problema e, coerentemente, provvedimenti che pongano fine a tale incresciosa situazione, quantomeno al fine di evitare ripercussioni sia sul personale dipendente che sulla tutela della salute delle pazienti”.

FC

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