CAMPOBASSO. Pioggia di note stampa di fine estate. A difesa dei tribunali del Molise, a quanto pare a rischio con l’approvazione della riforma della Giustizia, sono scesi in campo diversi personaggi della politica locale, tra cui i sindaci di Campobasso e Larino (manca all’appello solo quello di Isernia, Luigi Brasiello), città direttamente interessate insieme al capoluogo pentro dai tagli. Battista ha promesso di essere in prima linea in difesa dell’autonomia regionale, così come il collega del basso Molise. In seguito è arrivato l’intervento dell’immancabile Filippo Monaco (particolarmente attivo in questo periodo), stamane quello dell’avvocato Michele Marone, candidato sindaco a Termoli col centrodestra. Comunicati dal contenuto e dai toni più o meno simili, in cui si chiede l’intervento dei parlamentari molisani (che restano quasi tutti in silenzio) e si promette battaglia in difesa del diritto alla giustizia dei cittadini. Poi però c’è Roma, che mai come oggi appare una realtà lontana, una dimensione parallela. Le notizie che giungono dai palazzi della politica non sono affatto confortanti, almeno per chi spera in un ripensamento o che la riforma si riveli una delle tante bolle di sapone pronte a sparire con l’arrivo dell’autunno. Perché proprio ieri nella Capitale si è tenuto un vertice dei partiti della maggioranza sul tema che approderà venerdì 29 luglio sul tavolo del Consiglio dei ministri. Si parla di “ampia convergenza”, i commenti a caldo dei presenti hanno già il sapore del trionfo. Nessun accenno però nello specifico alla ridistribuzione delle sedi sul territorio, così come nell’intervista che il ministro Andrea Orlando ha rilasciato oggi al Sole 24 Ore. Forse una piccola speranza c’è: la riforma della Giustizia (grazie anche alla spinta del consenso popolare) viaggia spedita, con l’appoggio esterno di Forza Italia, partito comunque decisivo per i piani politici di Renzi. Ma forse c’è ancora tempo per discutere in maniera più approfondita (e magari trovare un compresso) la spending review delle strutture e di conseguenza il futuro stesso del Molise.