Il saluto comunista dell’attore molisano che divide l’Italia

CAMPOBASSO. Lui sì che è un molisano di successo. In realtà, come ricorda puntuale Wikipedia, è nato a Roma 34 anni fa da una famiglia originaria di Duronia. E’ di certo motivo di orgoglio per la nostra regione, ex astro nascente del cinema italiano ormai consacrato tra i più grandi. Peccato però per le polemiche a volte scaturite da gesti che spaccano in due critica e pubblico.

Elio è arrivato a Venezia per l’interpretazione (che ha strappato applausi) nel film (in gara appunto al Festival) di Mario Martone dal titolo “Il giovane favoloso”, pellicola in cui il nostro intepretra Giacomo Leopardi. Gloria purtroppo per lui oscurata dall’ennesimo saluto ai giornalisti col pugno chiuso (col braccio destro, non sinistro), dopo che una simile “performance” era stata tra l’altro registrata pure al Festival di Cannes. Il “Germano comunista” piace a quanto pare meno del Germano attore e artista.

Quelle foto scattate al lido dividono il web e scatenano in queste ore le penne dei giornali delle più svariate fazioni politiche. Forse il pubblico appassionato, al di là di come la si pensi, farebbe volentieri a meno di tutta questa “politica”. Che dilaga spesso con le sue sterili faziosità nei media e sui social e che rischia di banalizzare anche un mostro sacro come il cinema. Forse apprezzerebbe ancor di più il fuoriclasse di origini molisane se evitasse di riproporre, fuori contesto, feticci ideologici del secolo scorso che servono più ad accendere gli animi dei nostalgici che a stimolare, volendo, l’impegno civile. E che evidenziano inoltre quelle ipoteche culturali che per anni hanno trasformato in generale il mondo dell’arte nostrana in una casta poco avezza al cambiamento. 

Va bene, in fondo a certe latitudini tutto luccica e tutto fa spettacolo. Ma pure chi fa cinema dovrebbe provare a non perdere, il minimo sindacale, il contatto con la cruda e sana realtà.

Jones