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Tasi, Isernia a rischio stangata

ISERNIA. Autunno caldo per i contribuenti isernini, che conosceranno in queste ore l’ammontare della tariffa da pagare per la Tasi, la nuova tassa sui servizi indivisibili che sostituisce l’Imu. Secondo quanto riferito dal sindaco Luigi Brasiello, l’amministrazione comunale sarebbe orientata a fissare l’aliquota al 2.5 per mille, la massima possibile. Una scelta che, se confermata, rischia di far infuriare i cittadini alla stregua di quanto già accaduto a Campobasso, dove il primo cittadino Antonio Battista è finito praticamente alla berlina sui social network dopo l’annuncio – ancora non ufficiale – di voler applicare l’aliquota più alta. Tuttavia, il Comune pentro sta studiando anche possibili alternative. Un’ipotesi è quella di diversificare l’aliquota per reddito, a seconda dell’Isee, così da consentire che chi guadagna meno paghi in proporzione. Ma il tempo stringe: domani è in programma la conferenza dei capigruppo per fissare la data del Consiglio comunale, previsto con ogni probabilità tra lunedì 8 e martedì 9 settembre. Mercoledì 10, infatti, scade il termine per comunicare al governo centrale l’aliquota che si intende applicare.
Come spiega il ‘Corriere della Sera’, la Tasi sarà a carico del proprietario se la casa non è affittata, altrimenti andrà suddivisa tra proprietario (che dovrà pagare tra il 70 e il 90 per cento) e l’inquilino. Inoltre, da qui a metà dicembre saranno anche altri due i tributi che incomberanno su tutti coloro che occupano un’abitazione. Oltre la Tasi, sono infatti in programma i pagamenti della Tari (la tassa sui rifiuti) dovuta da chi occupa l’immobile e l’Imu, sempre a carico del proprietario, che si paga ancora per le abitazioni principali di categoria A/1, A/8 e A/9 e per tutti gli immobili diversi dalla abitazioni principali.

“Oltre al danno – spiega il ‘Corriere’ – c’è spesso la beffa: oltre a dover pagare, molti contribuenti dovranno farlo in tempi stretti perché le amministrazioni comunali se la stanno prendendo comoda con le delibere delle tariffe. Dal data base presente sul sito del ministero delle Finanze, ieri risultava infatti che su un complesso di 8.057 Comuni italiani sono state pubblicate 3.243 delibere Imu, 4.567 delibere Tasi e 2.982 delibere Tari”.
Quello della Tasi, inoltre, rappresenta un vero e proprio rebus. Per i tempi di pagamento bisogna tener conto dell’epoca della pubblicazione della delibera sul sito www.finanze.it. Nei circa duemila Comuni in cui le amministrazioni sono riuscite a pubblicare entro fine maggio e che non abbiano deciso tempistiche diverse, i contribuenti hanno già pagato la prima rata entro il 16 giugno e dovranno versare il saldo entro il 16 dicembre.
Nei comuni che invece, come Isernia, avranno deliberato le aliquote tra inizio giugno e il 10 settembre, con pubblicazione entro il 18 settembre, i contribuenti dovranno versare la prima rata entro il 16 ottobre e il saldo il 16 dicembre.
Nei comuni che infine non pubblicassero entro il 18 settembre la delibera, si pagherà tutto a saldo il 16 dicembre: ancora il ‘Corsera’ spiega che i proprietari di abitazione principale dovranno pagare “sulla base dell’aliquota dello 0,1%; sugli immobili diversi dall’abitazione principale invece si pagherà lo 0,1% solo se l’aliquota Imu non supera lo 0,96%, altrimenti si pagherà un’aliquota che sommata a quella dell’Imu arrivi all’1,06% (esempio se l’aliquota Imu 1,03%, la Tasi sarà allo 0,03%)”.
La base imponibile della Tasi è la stessa dell’Imu ma il meccanismo delle detrazioni per la prima casa è diverso da quello del vecchio tributo perché i comuni hanno un’ampia discrezionalità nel determinare le agevolazioni.
Ma la domanda da un milione di dollari è la seguente: più cara la Tasi sulla prima casa o no, rispetto all’Imu? Impossibile dare una risposta valida per tutti i Comuni. Ma il meccanismo della tassa sui servizi indivisibili non lascia scampo: ad essere favoriti, stando alle simulazioni fatte finora, sono i proprietari di immobili di alto valore fiscale a scapito delle case piccole. Un esempio: una casa civile di 70 metri quadrati a Milano paga 228 euro, 63 in più rispetto all’Imu 2012; un’abitazione medio signorile di 120 metri, invece, paga 530 euro, con un risparmio di 118 rispetto a due anni fa. A Roma invece, dove l’aliquota Imu era dello 0,5%, si risparmia praticamente sempre. Finora, il peggiore aggravio l’avrà Frosinone: per la casa da 70 metri nel 2012 il proprietario non pagava nulla: ora dovrà sborsare 121 euro.

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