CAMPOBASSO. Era il 5 novembre del 2012. A pochi giorni da quelle primarie che incoronarono Bersani leader del Pd e candidato premier alle politiche di febbraio. Poi sappiamo tutti come andò a finire. A Porta a Porta da Bruno Vespa c’era Fassina, esponente di spicco democratico caduto in disgrazia dopo la battaglia persa contro l’attuale numero uno democratico e presidente del Consiglio. Fassina, parlando di tagli e spending review nel salotto tv più importante d’Italia, aprì ufficialmente il dibattito sulla necessità di cancellare non solo le province ma anche tutte quelle regioni non superiori ai 400 mila abitanti.
Riferimento esplicito al Molise che fece infiurare e non poco l’allora governatore Michele Iorio, che polemizzò: “E’ necessario che il Pd chiarisca una volta per tutte se è schierato o no in difesa della nostra autonomia”. Quesito che torna attuale, visto che il Pd molisano, in occasione della Festa dell’Unità in programma dall’11 al 14 settembre a Monteroduni, ha invitato proprio l’ex viceministro in rappresentanza della minoranza Pd.
Minoranza che non se la passa poi tanto bene in questo periodo (i sondaggi sul consenso di Renzi lasciano poco spazio a immediate speranze di riscossa) e che forse sfrutterà il palcoscenico di Monteroduni per rinquistare un po’ di agognata visibilità e dire la sua sulla situazione molisana.
Rispetto al 2012, l’autonomia regionale (vedi pure le dichiarazioni del Guardasigilli Orlando) stavolta è davvero a rischio: i renziani Fanelli e Frattura si sono (almeno a parole) esplicitamenti dichiarati contro la cancellazione, così come Leva. Meno chiara e netta la posizione di Petraroia. Non si conosce nemmeno il pensiero di Ruta a riguardo (in silenzio stampa ormai da settimane). E Fassina? Avrà cambiato idea? Considerata la sua attuale influenza politica, forse poco o nulla importa.
Importante (questo sì) che dalla festa dell’Unità (lo dice la parola stessa) il Pd molisano sia finalmente in grado di rilanciare una vera strategia per il territorio per poi passare subito dalle parole ai fatti. E soprattuto di porre fine a un attegiamento ambiguo che da quel 5 novembre del 2012 ha le sembianze del nuvolone nero sul destino del Molise.
Jones