HomeSenza categoriaTasse, l'affondo di Testa: "Siamo alla follia"

Tasse, l’affondo di Testa: “Siamo alla follia”

ISERNIA. Nessun riguardo per i contribuenti in sofferenza. Tasse aumentate senza aver prima portato in Consiglio il bilancio di previsione. E con le quali – senza chiarirne i contorni – sarebbero stati spesi anche soldi relativi alla preparazione dell’evento legato alla visita di Papa Francesco a Isernia. Stefano Testa, consigliere comunale di opposizione a Palazzo San Francesco, contesta in toto la manovra del sindaco Luigi Brasiello in materia di Tassa sui servizi indivisibili e di Imu sulle seconde case, votando contro un provvedimento giudicato del tutto iniquo data l’attuale congiuntura economica. “Viviamo in uno dei momenti più difficili a livello socio-economico su scala nazionale – dichiara Testa – e, a livello regionale, il peggiore negli ultimi 20 anni. C’è la necessita assoluta e inderogabile di sostenere le famiglie, i cittadini, i giovani, insomma l’intera collettività attraverso provvedimenti capaci di dare ossigeno alle stremate casse delle famiglie. La situazione socio-economica vissuta tutti i giorni è talmente difficile che si avverte in maniera palpabile una tensione sociale che non fa prevedere nulla di buono. Ebbene, in questo contesto, quale è il compito di un’amministrazione comunale degna di tale nome? Sicuramente, quella di attenuare tutte quelle questioni che causano disagi sociali, sempre più diffusi e generalizzati. Occorre fare in modo che le tasse comunali, qualunque esse siano – Imu/Tasi, Tari, ecc. – abbiano una dimensione quantitativa e che non rappresentino un’ulteriore mazzata, mortale, alle inesistenti finanze familiari. Ebbene, rispetto a questo scenario, l’amministrazione di Isernia – senza neanche aver varato il bilancio di previsione 2014 – e quindi sulla base di previsioni di spese che non sono passate neppure al vaglio del Consiglio comunale, porta in assise la proposta per l’approvazione delle aliquote e detrazioni Imu/Tasi 2014, che prevede per tali imposte il massimo delle aliquote e delle maggiorazioni previste dalle leggi vigenti”.
“Siamo alla follia – questo l’affondo del consigliere comunale – invece di una gara di solidarietà il cui unico obiettivo dovrebbe essere quello di abbassare le tariffe in maniera che i cittadini abbiano la possibilità di pagarle e, ove possibile, avere qualche risparmio da destinare ai consumi a Isernia, le aliquote e le maggiorazioni si portano invece al massimo consentito. A questo punto i cittadini si chiederanno: ma quali servizi avete implementato e razionalizzato per farci pagare tali tariffe? Avete fatto tutto il possibile per ridurre le aliquote e le maggiorazioni? La Tasi che dovrebbe servire a coprire i famosi servizi indivisibili (esempio, l’illuminazione pubblica) qui a Isernia serve per foraggiare una spesa incontrollata. Prova lampante è quanto avvenuto per la gestione della visita del Pontefice, spesa inserita tra quelle da coprire con la Tasi. L’amministrazione, con delibera di giunta comunale n°76 del 30 giugno 2014, destinava la già importante cifra di 100mila euro quale budget massimo per la gestione dell’evento. Senza entrare nel merito delle spese effettuate e della necessità o meno delle stesse, è chiaro che in un momento di difficoltà quale quello che stiamo vivendo, il compito principe di una sana amministrazione è di rientrare con i costi in quanto disponibile e, se è possibile, anzi effettuare risparmi. Ebbene, cosa fa il Comune di Isernia? Noncurante tutto ciò e a fronte della delibera che autorizzava 100mila euro di spesa per la gestione dell’evento spende il 50% in più di quanto deliberato dall’esecutivo e quindi la cifra di circa 150mila euro. Il tutto senza che nessun membro dell’amministrazione abbia sentito il dovere di renderne conto al Consiglio comunale e ancor più alla cittadinanza intera. Mi chiedo, chi ha gestito tale vicenda? Chi ha gestito tale evento? Chi si è reso responsabile di tale sperpero di denaro pubblico? E’ chiaro che se l’evento fosse stato gestito da un singolo assessore, con un comportamento analogo da parte di tutti sicuramente si arriverebbe al default del Comune. Questa è la fotografia della situazione. Che cosa si può fare? Ebbene, si potrebbe fare molto se il bilancio di previsione diventasse realmente uno strumento di programmazione, ma per realizzare ciò – conclude Testa – occorre che lo stesso venga redatto e approvato all’inizio di ogni anno, in maniera che l’intero Consiglio comunale possa partecipare all’indicazione delle prospettive che dal bilancio emergono e non che venga proposto a fine esercizio quasi come una mera presa d’atto di quanto fatto”.

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