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L’autonomia regionale non infiamma i molisani. Perché il tema vero è la sopravvivenza economica

 

CAMPOBASSO. Il convegno organizzato ieri da Rosario De Matteis e da Giovanni Muccio, dal titolo “In difesa dell’autonomia regionale”, ha visto la partecipazione di gran parte della politica locale e di autorevoli esponenti del mondo della cultura e dell’economia. Un dibattito senza dubbio costruttivo, ma che agli occhi di molti è apparso quasi inutile, di sicuro autoreferenziale. Perché ai molisani tutto questo interessa poco o nulla. Anzi: tra i cittadini cresce sempre di più il fronte di coloro che vorrebbero veder spazzata via la Regione in quanto istituzione, ormai simbolo di inefficienza, isolamento e povertà.
Quindi si è creato, ancora una volta, un abisso tra la classe dirigente (che escluso il Senatore Di Giacomo e pochi altri è schierata a favore dell’autonomia) e una popolazione a cui non dispiacerebbe vedere tutto smantellato per cancellare il passato e ricominciare daccapo.
E’ tutta una questione di approccio ai problemi: perché il tema vero oggi non è tanto l’assetto formale del territorio ma il modello di sviluppo (più verosimilmente di sopravvivenza) economico che si vuole dare a una comunità. Il punto, inutile girarci intorno, è sempre e comunque economico.
E il fallimento molisano è frutto di decenni di parassitismo e statalismo clientelare. Può, una regione priva di un vero e proprio tessuto industriale e imprenditoriale, pensare ancora di sopravvivere? Che galleggia eternamente sul “pubblico” e che economicamente ricorda più le vecchie roccaforti del socialismo reale che una regione europea? Oggi, ai tempi della disoccupazione giovanile da record, il tema è un altro: come garantire il futuro delle nuove generazioni alla luce di un epocale e irreversibile ridimensionamento dell’apparato pubblico. Con il Molise? Con la Macroregione adriatica? Questo ai cittadini non interessa. L’obiettivo è uno solo: sopravvivere.
La politica molisana viaggia su un binario parallelo e non riesce ad arrivare al nocciolo della questione. Dall’altra parte della barricata taluni movimenti populistici guardano il dito e non la luna e spesso e volentieri si aggrappano ad antiche utopie che rappresentano il problema e non la soluzione. Di questo logoro gioco delle parti il molisano medio non sa più che farsene e vuole solo capire come tornare a vivere in un dignitoso benessere. Solo chi saprà cogliere fino in fondo questa reale necessità, con la consapevolezza che l’era dello Stato-azienda, dei “contrattini” usa e getta e delle imprese vuoto a perdere è finita da un pezzo, potrà avere la capacità di salvare il Molise. Inteso come insieme di persone che vogliono lavorare e vivere.

 

Jones

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