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Provinciali, Scarabeo sconfessa Brasiello: imposto da pochi intimi

di Pasquale Bartolomeo

ISERNIA. Rompe il silenzio e non fa giri di parole: il Partito democratico, il suo partito, vive un grave problema di democrazia interna. Al punto che una “finta maggioranza” decide tramite quelle che definisce autentiche “prevaricazioni”. Massimiliano Scarabeo, assessore regionale alle Attività Produttive, sconfessa senza mezzi termini il metodo del segretario regionale Micaela Fanelli, a cominciare con le candidature in vista delle elezioni Provinciali di ottobre, per finire con la questione del nuovo statuto del partito. Scarabeo non fa nomi, ma il dualismo renziani-cuperliani riemerge con tutta la sua forza: il Pd, a livello regionale, è ormai questione “di qualche intimo”: Fanelli e il governatore Poalo Frattura in primis. Una ristretta oligarchia che avrebbe deciso, senza alcuna formula partecipativa, per Luigi Brasiello candidato presidente della Provincia di Isernia, con la vittoria già in tasca per i meccanismi astrusi della legge Delrio.

“Mi preme intervenire sulle due questioni che in questo momento risultano essere di principale importanza – dichiara Scarabeo in una nota – In primis, sono perplesso sulla candidatura per la presidenza delle prossime Provinciali, colpevole un sistema elettorale che esclude i cittadini dall’esprimere il loro consenso. Sono altresì stupito della candidatura di Luigi Brasiello al ruolo di presidente nella coalizione di centrosinistra. Non è un attacco alla figura del sindaco di Isernia – spiega l’assessore – ma alla mancata condivisione della scelta della candidatura da parte del primo partito in regione e in Italia. Si tratta di una posizione non partecipativa, e assolutamente personale, studiata a tavolino da qualche intimo, con il solo ed esclusivo ausilio dell’aritmetica al fine di ottenere una vittoria elettorale del candidato, quasi scontata. In questo caso doveva – come è di prassi – esserci una riunione con i principali esponenti politici che hanno concesso la loro disponibilità e il loro consenso a Brasiello per essere eletto sindaco di Isernia. Così non è stato, e questa campagna elettorale, pur giustificata dal voto ponderato con cui si andrà alle urne per eleggere il presidente e il Consiglio provinciale, risulta assolutamente priva di quel consenso politico/popolare necessario per poter successivamente governare e permettere la condivisione delle scelte che si andranno ad affrontare”.

Una bocciatura su tutta la linea a una candidatura chiesta e ottenuto col consenso di chi, par di capire, avrebbe fatto del Partito democratico una proprietà personale di cui disporre a piacimento.

Ma non è finita: Scarabeo ci tiene infatti a sottolineare la sua assenza “all’assemblea regionale del Partito Democratico e le mie  motivazioni, equidistanti, dalle idee del segretario regionale. Si propone una variazione statutaria, che è un atto straordinario, eludendo tutta una serie di consultazioni necessarie a raggiungere un accordo preliminare, come è di prassi. Non essere coinvolti nelle decisioni straordinarie del partito evitando i necessari passaggi propedeutici e portare direttamente all’assemblea e al voto – qui Scarabeo affonda il colpo in maniera inesorabile – sono  decisioni unilaterali di una maggioranza che non è tale, ma che viene fuori da un voto inquinato delle Primarie: non è accettabile”. Inquinato, parrebbe di capire, dall’intervento di chi avrebbe dovuto rimanere fuori, senza mettere bocca in faccende che riguardavano solo il Pd: tradotto per i meno avvezzi alle questioni politiche, l’europarlamentare di Forza Italia Aldo Patriciello, i cui uomini di fiducia – o buona parte di essi – si sarebbero recati a votare alle Primarie per la segreteria regionale Dem, anche sotto le insegne di Rialzati Molise.

Infine, Scarabeo scatta un’istantanea impietosa del suo partito, che sembra quasi disconoscere definitivamente, a livello di appartenenza, “rappresentato com’è – conclude l’assessore venafrano, segnando una spaccatura forse insanabile – da persone che non rappresentano le istituzioni ed evitano il dialogo, imponendo atti di forza e da un segretario appiattito ancora su un risultato elettorale effimero, in una maggioranza non rappresentativa e assolutamente incapace di dialogare con le diverse anime del Pd”.

In tutto questo, il centrosinistra si presenterà comunque ‘unito’, con una sola lista, all’appuntamento elettorale del 12 ottobre, rispecchiando l’alleanza che portò Brasiello, nel maggio 2013, a diventare sindaco di Isernia (Udc-Polo di Centro compreso, nonostante il corteggiamento del consigliere al Comune di Isernia Cesare Pietrangelo da parte di Michele Iorio e Patriciello). Il Pd, neanche a dirlo, la farà da padrone: sei posti su dieci, con alcuni candidati ‘blindati’ in partenza per il meccanismo del voto ponderato.

CANDIDATI CENTROSINISTRA. Ecco i nomi che saranno ufficializzati entro domani alle 12: per i Dem Placido Cacciavillani (Agnone); Cristofaro Carrino (Frosolone), Francesco Lombardi (sindaco di San Pietro Avellana); un rappresentante della Valle del Volturno, da individuare tra il sindaco di Rionero Sannitico Tonino Minichiello, dato per favorito, e un consigliere del Comune di Cerro al Volturno; incertezza sui nomi che riempiranno le caselle per Venafro (Stefania di Clemente, presidente del Consiglio comunale, avrebbe declinato l’invito) e Isernia (con uno tra Ovidio Bontempo, Sergio Sardelli ed Edmondo Angelaccio); Lidia Iocca (sindaco di Civitanova del Sannio, considerata vicina al presidente del Consiglio regionale Vincenzo Niro e transfuga del centrodestra); Giuseppe Di Pilla (sindaco di Sant’Agapito, anch’egli ex centrodestra); un candidato in quota Psi, probabilmente di Rocchetta a Volturno; infine, per Fornelli, Mike Matticoli, già consigliere al Comune di Isernia, anch’egli fino al 2013 in quota centrodestra.

CANDIDATI CENTRODESTRA. Più incertezza nel centrodestra: a sostegno del vicesindaco di Venafro Alfredo Ricci ci saranno di sicuro i consiglieri al Comune di Isernia Sonia De Toma (eletta nella lista civica ‘Isernia in Comune’) e Pierpaolo Di Perna (Fratelli d’Italia); i sindaci di Conca Casale Luciano Bucci e di Pescopennataro Pompilio Sciulli, anch’essi uomini vicini all’ex assessore Filoteo Di Sandro, portavoce regionale di Fdi; l’ex consigliere provinciale Romeo De Luca (Venafro); l’ex sindaco di Agnone Gelsomino De Vita, Forza Italia; il sindaco di Pietrabbondante Giovanni Tesone, anch’egli Fi.

IL MECCANISMO ELETTORALE. Con la nuova legge che ‘declassa’ le Province a enti di secondo livello, saranno i sindaci e i consiglieri dei 52 comuni della provincia di Isernia a essere chiamati al voto, come detto il 12 ottobre, dalle 8 alle 20. Come si legge sul sito web dell’ente di via Berta nella sezione ‘Elezioni provinciali 2014’, in tutto saranno 556 gli aventi diritto, con i comuni suddivisi in quattro fasce diverse a seconda della popolazione.

Fino a 3 mila abitanti (480 elettori), con un coefficiente di ponderazione molto basso, pari a 0,729; superiori a 3mila e fino a 5mila, come Frosolone, con un coefficiente pari a ben 8,841 (13 elettori); superiori a 5 mila e fino a 10mila, come Agnone, per i quali il peso del voto degli amministratori è il più alto in assoluto, arrivando a ben 14,233 (anche qui 13 elettori); infine, i comuni superiori a 10mila e fino a 30mila (50 elettori), con un coefficiente pari a 7. Come si vede, a determinare il voto saranno Agnone e Frosolone – che pesano più di Isernia e Venafro – amministrazioni entrambe di centrosinistra e dunque vicine a Luigi Brasiello il quale, come lo stesso Scarabeo ha dovuto riconoscere, ha praticamente la vittoria già in tasca. 

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