HomeNotizieCRONACAProtesta della polizia, in piazza anche gli agenti di Isernia

Protesta della polizia, in piazza anche gli agenti di Isernia

ROMA. C’erano anche agenti della polizia stradale e della questura di Isernia. Ieri, a Roma, il comparto difesa e sicurezza è sceso in strada per protestare dopo quattro anni di blocco stipendiale e le promesse di sblocco puntualmente disattese dalla classe politica. L’iniziativa, promossa dalle sigle sindacati autonome Sap, Sappe, Sapaf e Conapo, che rappresentano il 43% del personale sindacalizzato e che sono riunite nella Consulta Sicurezza, si è svolta in piazza Santi Apostoli. L’idea non rientra nella tipologia dello sciopero vero e proprio, peraltro vietato alle Forze di Polizia ad ordinamento civile, ma può essere definita una sorta di sciopero bianco a cui hanno aderito diverse migliaia di agenti con l’escamotage dell’astensione dal lavoro per partecipare alle assemblee sindacali. Le richieste degli addetti restano chiare: ridiscutere lo sblocco stipendiale e finanziare le cosiddette ‘promozioni bianche’, cioè gli avanzamenti di grado del personale cui non è corrisposto l’adeguamento dello stipendio.
Al centro della contesa dunque c’è la fresca promessa, del ministro Alfano e di tutto il Governo Renzi, di stanziare un miliardo per sopperire alle richieste avanzate dal settore e scongiurare uno sciopero. In verità voci di corridoio dicono che la mossa del ministro sia stata fatta evitare tensioni. Accontentando un comparto delicato come quello delle forze dell’ordine, che svolgono un ruolo delicato oltre che fondamentale. Ebbene, tali promesse hanno spaccato l’unità delle sigle sindacali: infatti, la Consulta Sicurezza avrebbe aderito allo sciopero accusando il governo di promesse populiste prive di una copertura strutturale, penalizzata dai già martoriati bilanci dei ministeri interessati che si ripercuoteranno con tagli a indennità accessorie e ai presidi territoriali. Di tutt’altro avviso le altre sigle sindacali, tra cui il Cocer, una delle più importanti, che hanno bloccato ogni protesta in attesa di un ulteriore ed imminente incontro con il presidente del Consiglio in programma per i primi di ottobre. L’idea balenata al Governo sarebbe quella di tagliare le nuove assunzioni nei vari Corpi, racimolando buona parte delle risorse che servirebbero per coprire le richieste dei sindacati, oltre alla razionalizzazione delle forze di polizia oggi esistenti. Bisogna infatti ricordare che l’Italia è sotto procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea perché dovrebbe dotarsi di un unico Corpo di polizia e non – come ancora oggi – sette. L’idea comune dei sindacati è comunque quella della riforma dell’intero apparato della sicurezza che ponga fine ad una anomalia tutta italiana: sette forze di polizia, cinque dello Stato e due degli enti locali, sono un carrozzone che le casse dello Stato italiano non possono più permettersi. Con una nota, la Consulta Sicurezza si dichiara soddisfatta per l’adesione. “L’affluenza è stata plebiscitaria in tutte le province”, scrivono le sigle di categoria. “Ferrara ha avuto un tasso di adesione dell’80%. In provincia di Bologna l’affluenza media è stata del 60% con 19 assemblee, di cui 16 negli uffici della Polizia di Stato con punte di quasi il 100% a Imola”. La forte adesione, secondo i sindacati, è la prova di ciò che la Consulta Sicurezza afferma da mesi, ossia che il malessere interno ha radici ben più profonde dei soli cento euro di aumento al mese.

Francesco Clemente

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