CAMPOBASSO. “Gli iscritti al Partito Democratico – recita l’articolo 25 del nuovo statuto regionale – non possono ricoprire nello stesso ente per più di due mandati consecutivi l’incarico di sindaco, presidente della Provincia, presidente della Regione. In tali periodi si computano anche quelli ricoperti con altri partiti”.
Sarebbe, stando alle ultime indiscrezioni riportate dai giornali, proprio questo il passaggio che avrebbe fatto infuriare la vecchia guardia molisana del Pd dando il via a una guerra politica e mediatica che dura ormai dalla tormentata festa dell’Unità organizzata a Ferrazzano e culminata con la richiesta di dimissioni del segretario Fanelli. Una “rottamazione” bella e buona che avrebbe messo in allarme gran parte della storica dirigenza locale. Anche perché la stessa regola (limite di due mandati consecutivi) vale pure per gli assessori e consiglieri comunali, provinciali e regionali. “Si considerano ‘pieni’ i mandati – si legge – che hanno avuto una durata superiore a 48 mesi”.
Una norma, quella regionale, di fatto più severa di quella nazionale, che per il parlamento fissa il limite di tre legislature e non calcola quelle “esterne” al partito. La partita, tra maggioranza renziana e minoranze è aperta e dall’esito incerto, bisognerà ora capire se attraverso un compromesso (con ad esempio limiti meno restrittivi nello statuto) sarà possibile ritrovare un’intesa per ora assai precaria.
