Categories: CRONACA

Usura, al via gli interrogatori dei rom

ISERNIA. Hanno risposto a tutte le domande, chiarendo nell’arco di due ore i particolari dei fatti loro contestati. Sono stati interrogati ieri mattina dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Isernia due degli arrestati nell’ambito dell’operazione di polizia ‘White Shark’, sfociata in due provvedimenti di custodia cautelare in carcere, in una misura di custodia ai domiciliari e in un obbligo di presentazione con le accuse di associazione per delinquere, usura ed estorsione. Dinanzi al gip Antonio Ruscito sono sfilati i fratelli Costantino e Luigino Morello, assistiti dall’avvocato isernino Fabio Milano. Il legale ha chiesto un’attenuazione della misura cautelare adottata, sostenendo che i fatti risalgono al 2013 e che l’inquinamento delle prove, nel momento in cui i due rom hanno deciso di collaborare con il giudice, non sussisterebbe. Sul punto il gip si è riservato di decidere. Sei in tuto gli indagati dalla questura di Isernia, due dei quali a piede libero. Oltre ai fratelli Morello, sotto inchiesta sono finiti il figlio di Luigino, Celestino (per il quale si è proceduto a disporre il solo obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) e l’isernino Claudio Giancola, residente a Teramo, considerato il procacciatore di affari del sodalizio criminale, agli arresti domiciliari. Questi provvedeva ad individuare le vittime bisognose di prestiti perché in difficoltà economica. Pensionati, commercianti, piccoli e medi imprenditori provenienti anche dalle province di Foggia e Frosinone: almeno una decina i casi accertati. Le indagini, condotte dagli agenti della Sezione Criminalità Organizzata, sono durate circa un anno e mezzo. Durante una serie di perquisizioni a carico degli indagati, sono state ritrovate anche banconote fac-simile da 50 euro per un ‘valore’ di 50mila euro, che – incredibilmente – sarebbero state usate dai quattro per attingere denaro dai cambiamonete presenti nelle sale giochi.
Le vittime venivano gravemente minacciate e costrette a restituire somme di denaro maggiorate da un tasso di interesse che andava dal 50 al 600 per cento rispetto a quanto ricevuto in prestito. In alcuni casi inoltre, prime delle festività natalizie o pasquali, ma anche in altre occasioni, gli estorti sono stati costretti anche a rifornire le dispense degli strozzini con l’acquisto di derrate alimentari (vino, bibite, prosciutti e altro). E’ accaduto anche che, al fine di evitare gravi conseguenze in danno dei prossimi congiunti, le vittime di usura hanno dovuto saldare il conto delle bollette delle utenze domestiche degli usurai (luce, acqua, gas) e intestare, sempre in favore dei loro aguzzini, finanche immobili e proprietà.
Gli interrogatori di garanzia proseguiranno nei prossimi giorni.

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mikeante

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