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Legge sull’editoria, truffa da 150mila euro: sequestrati terreni e appartamenti a professionista isernino

ISERNIA. Aveva beneficiato di fondi pubblici a sostegno dell’editoria, ma senza che quel denaro venisse correttamente utilizzato. In questi giorni, nei suoi confronti, la Guardia di Finanza di Isernia ha disposto il sequestro conservativo degli immobili della società editrice di un periodico a diffusione regionale a lui riconducibile, a garanzia del danno erariale cagionato, pari a circa 150mila euro. I finanzieri, nelle ultime ore, hanno proceduto alla notifica del provvedimento che ha colpito ben otto unità immobiliari, tra appartamenti e terreni situati nella provincia di Isernia. La vicenda risale al settembre dell’anno scorso, quando un noto professionista isernino era stato denunciato, per avere percepito 150mila euro (su un totale di 200mila) in maniera indebita. L’accertamento delle Fiamme Gialle era stato compiuto al fine di controllare il corretto utilizzo dei fondi stanziati dalla Regione Molise con Legge Regionale 28/2009, “Misure urgenti a sostegno degli editori molisani operanti nel settore della carta stampata”. I baschi verdi avevano controllato i conti della società e, dalla documentazione bancaria e fiscale dell’azienda nel periodo 2009/2013, era risultato che l’editore in questione, per ottenere i contributi regionali, avrebbe corredato le richieste con giustificativi di spese mai poco attinenti alla stampa e alla distribuzione. In tal modo, era stato accertato che alcune fatture relative alla stampa del periodico non erano state nemmeno mai pagate alla società tipografica. Inoltre, per cercare di mascherare la reale destinazione dei fondi pubblici percepiti, erano state esibite scritture private attestanti, secondo gli inquirenti, inverosimili restituzioni di prestiti ottenuti negli anni da vari conoscenti, tra cui una badante extracomunitaria. L’attività ispettiva si era conclusa con la denuncia del rappresentante legale della società all’autorità giudiziaria per i reati di truffa aggravata e falso, nonché con la segnalazione alla procura regionale della Corte dei conti per danno erariale. Gli investigatori, nel corso dell’attività ispettiva, avevano anche appurato l’effettiva destinazione dei fondi percepiti, in realtà confluiti, in parte, su un conto corrente non presente nelle scritture contabili.

 

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