Città a misura di non vedenti, appello dell’Unione ciechi a Brasiello

ISERNIA. L’Unione italiana ciechi lancia l’allarme sulle condizioni di accessibilità e fruibilità urbana, una grave problematica cittadina con cui i non vedenti e i disabili in generale sono costretti a fare i conti tutti i giorni. Costoro vivono  il disagio di strade prive di attraversamenti pedonali sicuri, piuttosto che dei marciapiedi tappezzati da lampioni e buche “assassine”. Esempi lampanti di tale degrado e pericolo pubblico si trovano ad ogni angolo della strada. I marciapiedi sono costellati da pali, posizionati esattamente al centro di un camminamento pedonale, già di per sé molto stretto e tortuoso, aiuole per nulla curate, bidoni dell’immondizia, motorini, macchine e quant’altro. In tale situazione i non vedenti, anche se dotati di bastone e di tecniche di mobilità e orientamento, non sono nelle condizioni di poter deambulare in sicurezza. L’Unione ciechi pertanto, attraverso il suo presidente regionale, il professor Marco Condidorio, si aspetta che il Comune di Isernia provveda a far proprio il tema dell’accessibilità e che lo porti in discussione in una prossima riunione consiliare.
Per il momento, da Brasiello e dall’intera giunta nessuna risposta sarebbe pervenuta. Lo stesso Condidorio ha presentato al primo cittadino la formale richiesta di voler dedicare una via all’inventore del codice di letto-scrittura braille, come segnale di interesse e solidarietà della politica verso le persone cieche e/o ipovedenti gravi, che sicuramente avrebbero apprezzato il gesto.
Tale gesto avrebbe avuto una ricaduta sociale, una sorta di riverbero positivo, etico ed umano, senza dover attingere necessariamente a fondi pubblici. Mentre l’Europa lancia il bando “Premio Città Accessibili 2015 della Commissione europea”, ovvero il Premio europeo per l’accessibilità delle città che si siano distinte per aver realizzato, all’interno dello spazio urbano, l’accessibilità per tutti e in particolare per le persone con disabilità e gli anziani, i molisani perdono nuovamente il treno dell’innovazione. Condidorio, in una nota rivolta al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro per le Riforme Costituzionali Maria Elena Boschi, scrive “I colori della cecità sono il buio, il nulla, colmabili solo con l’immaginazione, la fantasia spesso priva di colore e contorni”. Mentre la città che auspica il presidente dell’Uic dovrebbe avere i colori dell’accessibilità e della fruibilità, dell’unità e della solidarietà sociali.

Francesco Clemente