HomeNotizieCRONACAVeneziale, Anatomia e Istologia patologica senza personale

Veneziale, Anatomia e Istologia patologica senza personale

ISERNIA. Come i più famosi Fabio e Mingo di Striscia la notizia abbiamo fatto il ‘nodo al fazzoletto’ e siamo ritornati al Cup (centro unico di prenotazioni) sito nel vecchio ospedale di Largo cappuccini, ad Isernia. Inutile ribadirlo, la scena che si è presentata ai nostri occhi è stata la stessa di quella narrata circa due settimane addietro. Decine di persone, soprattutto anziani, che dalle otto del mattino si accalcano nella sala d’aspetto, per fare la fila e prenotare le tanto agognate visite mediche. Come se non bastasse chi arriva con i mezzi pubblici o comunque poco dopo le otto, orario di apertura al pubblico degli uffici, dovrà fare una lunga attesa, di almeno 80-90 persone, prima di riuscire ad arrivare allo sportello. Una coda che vuol dire, se va bene, aspettare oltre un’ora prima di sbrigarsi; se poi consideriamo le visite già prenotate al call center, si rischia di arrivare in ritardo agli ambulatori e perdere il turno, rimanendo altro tempo in attesa. Ci dispiace ribadire che forse i tre sportelli a disposizione sono pochi e, peraltro, male organizzati per smaltire una simile calca di utenti. Non contenti, abbiamo fatto un giro negli ambulatori del Veneziale, imbattendoci in alcuni utenti che ci hanno segnalato un ulteriore caso strano. Ebbene, presso il servizio di Anatomia e Istologia patologica non vi è il personale addetto a ricevere gli esami prenotati e pagati dagli utenti. Come si vede dalla foto, su carta intestata Asrem, nota protocollo 48/2014, è visibile un avviso al pubblico che recita: “Causa carenza personale, il servizio di accettazione campioni e ritiro referti sarà effettuato dal lunedì al sabato, dalle ore 10.30 alle ore 11.30”. Nel reparto sono presenti soltanto due operatrici, che ovviamente sono impegnate ad analizzare il materiale che arriva in ospedale. E’ chiaro che le due dipendenti, se impegnate in analisi tanto delicate quanto fondamentali, non possono interromperle per dedicarsi al pubblico. Stazionando davanti al laboratorio, abbiamo infatti constatato che nemmeno al personale paramedico, proveniente da altri reparti, veniva aperto l’ingresso. Solo dopo chiamate interne al reparto venivano fatti entrare i paramedici, e gli utenti, invece, lasciati ad attendere fuori. L’episodio ci lascia sicuramente di stucco perché, come è facilmente comprensibile, tale servizio è di importanza notevole affinché gli utenti possano consegnare e far analizzare campioni in modo tale da scongiurare eventuali tumori o infezioni varie. E quindi basilare la celerità di recapito del materiale per intervenire rapidamente con terapie mediche appropriate. Il tutto si complica per chi lavora, magari anche il sabato, e che non può rispettare gli orari dell’avviso in calce. Oppure come spesso accade quando il Cup non ha linea per effettuare le prenotazioni e bisogna ritornare il giorno seguente. Se a questo aggiungiamo i prossimi sacrifici imposti dal governo Renzi alle Regioni, appare evidente che a farne le spese sarà ancora una volta la sanità pubblica. Imporre tagli di una certa portata, che se non verranno fatti daranno il via alla cosiddetta clausola di salvaguardia, ovvero alla chiusura dei rubinetti del trasferimento statale, significa lasciare mano libera ai politici locali su tagli lineari nei vari settori. Facile a dirsi: sanità, pubblica istruzione, servizi ai meno abbienti etc. Ancora una volta a farne le spese, insomma, saranno i poveri cittadini.

KJ

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