HomeNotizieCRONACAVilla Flora, chiuso il reparto di Psichiatria. Rossi sospeso da sindaco

Villa Flora, chiuso il reparto di Psichiatria. Rossi sospeso da sindaco

MONTAQUILA. Chiude il reparto bollato come “lager”. A Villa Flora, la residenza socio-assistenziale finita in cronaca nazionale per la vicenda dei presunti maltrattamenti a danno di pazienti psichiatrici, si è deciso di smantellare il reparto. Almeno per ora. Lo comunica l’amministratore unico della Rsa Gaspare Scuncio, con una nota ufficiale, nella quale si evince chiaramente che, senza ricorrere al contenimento, la gestione dei pazienti non sarebbe più sopportabile. E che gli operatori e gli altri ospiti della struttura correrebbero “gravissimi rischi” per la propria incolumità. Dopo un tentativo di andare avanti con metodi diversi da quelli finiti nel mirino della procura di Isernia, insomma, a Villa Flora si fa marcia indietro. I parenti dei malati, già preavvisati telefonicamente, dovranno dunque trovare un altro posto per i loro cari. Mentre Franco Rossi, sindaco di Montaquila, consulente sanitario della struttura e suo amministratore di fatto, resta ai domiciliari, insieme ad altre sette persone arrestate lo scorso 8 ottobre. Cinque, invece, gli indagati tornati in libertà da sabato scorso: si tratta di  infermieri, quattro donne e un uomo, la cui posizione viene ritenuta marginale rispetto alle accuse, a vario titolo, di maltrattamenti, sequestro di persona, lesioni, percosse e abbandono di persone incapaci. Ora, con la chiusura del reparto, il rischio oggettivo di reiterazione del reato, anche per Rossi, potrebbe venire meno. 

Intanto, a due settimane esatte dall’arresto, fonti ufficiali della prefettura e del Comune di Montaquila confermano la sospensione  di diritto, per effetto dell’articolo 11 comma 2 della legge Severino, di Rossi dalla carica di sindaco. L’articolo in questione disciplina la sospensione e decadenza di diritto degli amministratori locali in condizione di incandidabilità e recita testualmente: “La sospensione di diritto consegue quando è disposta l’applicazione di una delle misure coercitive di cui agli articoli 284, 285 e 286 del codice di procedura penale (rispettivamente arresti domiciliari, custodia cautelare in carcere e custodia cautelare in luogo di cura, ndr) nonché di cui all’articolo 283, comma 1 (divieto e obbligo di dimora, ndr) del codice di procedura penale, quando il divieto di dimora riguarda la sede dove si svolge il mandato elettorale”. Al momento, tuttavia, il Consiglio comunale non ha ancora ricevuto ufficialmente, come previsto dall’articolo 11 comma 5 della legge Severino, la notifica del prefetto di Isernia che accerta la sussistenza della causa di sospensione. Di fatto, però, le funzioni del primo cittadino sono già pienamente esercitate dal vicesindaco Giovanni Perna.

Ma torniamo alla chiusura del reparto.

“L’amministrazione della Rsa Samnium–Villa Flora – si legge nel comunicato dei vertici di Villa Flora – ha disposto la chiusura del nucleo B2, cosiddetto ‘Psichiatria uomini’, provvedendo ad inviare apposita comunicazione e invito ai familiari dei ricoverati che, comunque, sono già stati preavvertiti telefonicamente. Purtroppo, abbiamo dovuto constatare che ospitare pazienti affetti da gravissime e croniche patologie celebrali oligofreniche senza la possibilità di adozione di misure di contenimento che oggi, da parte dei Nas di Campobasso e della procura di Isernia, sono state considerate illecite, comporta gravissimi rischi per la incolumità degli operatori sanitari e per gli altri ospiti della struttura; difatti, nel periodo successivo alla esecuzione delle misure cautelari disposte a carico dell’ex consulente sanitario, dottor Francesco Rossi, e di alcuni operatori sanitari e infermieri del reparto B2, si sono verificati spiacevoli episodi che hanno messo a serio rischio l’incolumità di alcuni infermieri e operatori, e che hanno determinato tale drastica decisione. Il tentativo di tenere aperto quel reparto – conclude Scuncio – operato dalla nostra struttura con tutte le forze, era giustificato, oltre che dal rispetto e dall’amore che abbiamo sempre avuto verso queste persone e le loro famiglie, anche dalle ricadute occupazionali, che, purtroppo, a questo punto, anche a causa delle ingiuste campagne mediatiche che si sono riversate contro, non potremo evitare“.

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