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Svimez, Molise a rischio desertificazione umana: crollano Pil e occupazione

Più morti che nati e povertà in aumento: una regione che affonda, è la drammatica radiografia che emerge dal consueto rapporto dell’Associzione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. Il tasso di disoccupazione giovanile raggiunge un angosciante 49%, in un solo anno bruciato il 3,2% della ricchezza regionale, il 50% delle famiglie molisane vive con un solo reddito, mentre la politica locale mostra tutta la propria inadeguatezza nel gestire l’emergenza

 

CAMPOBASSO. Un Molise a rischio desertificazione umana e industriale, dove si continua a emigrare e a non fare figli (continuano nel 2013 a esserci più morti che nati), impoverirsi (+20% di famiglie povere nell’ultimo anno) perché manca il lavoro (il tasso di occupazione crolla dell’8% nel solo 2013); l’industria continua a soffrire di più e i consumi delle famiglie subiscono un palpabile e preoccupante arresto. Sono dati più che impietosi quelli descritti dall’annuale rapporto Svimez che attraverso le proprie ricerche monitora lo stato di salute delle economie regionali del Mezzogiorno. Il Pil molisano, nella sola annualità 2013, precipita sotto lo zero e fa registrare un tasso di decrescita di -3,2%. Allarma anche il tasso di mortalità: 11 decessi ogni 1000 abitanti rispetto alle sole 7 nascite per 1000 abitanti. Diminuiscono dello 0,2% anche i residenti molisani che, secondo il rapporto Svimez, nel 2013 sono 314 mila. Versa in pessime condizioni il mercato del lavoro molisano: bruciati ben 8000 posti di lavori in una sola annualità: sono 99.500, invece, gli occupati in regione, pari a un tasso di occupazione totale del 47,4%. Nel solo 2013 sono state ‘erogate’ ben 4.948 ore di cassa integrazione (206 giorni). Il tasso di disoccupazione ‘corretta’ al 2013 raggiunge un drammatico 25,4%; ancor più negativo quello relativo alla disoccupazione giovanile: la metà dei giovani molisani è senza occupazione e vive a carico dei propri familiari. Se si calcola, però, che il 3,2% delle famiglie residenti in regione percepisce un reddito annuale inferiore ai 6 mila euro e che addirittura i nuclei familiari a vivere con un reddito annuale inferiore ai 12 mila euro rappresentano il 10,9% dell’intero campione, i dati fanno gelare il sangue nelle vene. Eloquente, infatti, il dato relativo alla quota di emigranti in possesso di laurea (32%) e quello relativo alla povertà relativa che interessa il 20% delle famiglie molisane. Agghiacciante, infine, il dato relativo ai ‘giovani neet’, ossia coloro che non sono iscritti a scuola né all’università, che non lavorano e che nemmeno seguono corsi di formazione: in Molise ne sono ben 22.900. Un esercito di giovani inattivi con problematiche diverse e non omogenee, con il rischio più che concreto che si trasformino nel tempo in disoccupazione strutturale, una componente che nemmeno i contratti più flessibili riuscirebbero a inserire nel mondo del lavoro, con conseguenze a catena dal punto di vista sociale ed economico.

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