Maxi frode fiscale: arrestato il neo patron di Ittierre Rosati

MILANO. La tegola, stavolta, è di quelle pesantissime.  Antonio Rosati, neo patron di Oti, le Officne tessili italiane, azienda nata sulle ceneri di Ittierre, è stato arrestato insieme ad altre 7 persone per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale.

L’inchiesta, condotta dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di  Milano  e coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Milano, Carlo Nocerino, ha permesso di  accertare un articolato sistema di frode fiscale perpetrato nei settori della logistica, facchinaggio, trasporto su strada e servizi alle imprese, attraverso l’utilizzo strumentale di  consorzi e società cooperative.  Secondo gli inquirenti gli accusati avrebbero posto in essere una frode tramite l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per circa 250 milioni di euro. Contestualmente è in corso anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di beni e disponibilità finanziarie per oltre 63 milioni di euro. L’operazione trae origine da un’attività svolta dall’Agenzia  delle Entrate–Ufficio centrale antifrode e si è sviluppata attraverso un modello investigativo  sperimentale, promosso dalla procura della Repubblica di Milano in materia di contrasto ai  fenomeni di evasione fiscale, contributiva e intermediazione e collocamento fraudolento di  manodopera, che vede coinvolti anche Inps e Direzione Territoriale del Lavoro.  Le successive indagini di polizia giudiziaria svolte dalla Guardia di Finanza hanno condotto  all’individuazione di una presunta associazione criminale costituita da imprenditori occulti (reali gestori e beneficiari del sistema), organizzatori e agevolatori (commercialisti e consulenti del lavoro, che hanno formalmente costituito le cooperative, reclutato i soci lavoratori, curato gli aspetti amministrativi, contabili e fiscali) e meri prestanome i quali, avvicendandosi e alternandosi nelle  cariche societarie, ne hanno assunto formalmente le relative responsabilità. Nelle operazioni sono impegnati in tutto il territorio nazionale oltre 70 finanzieri nonché  funzionari dell’Ufficio centrale antifrode dell’Agenzia delle Entrate.

Tra gli arrestati, attualmente reclusi nel carcere meneghino di San Vittore, l’ex calciatore della Juventus e del Varese, Bruno Limido, Rosati – presidente  del Varese Calcio fino al giugno 2013 e poi vicepresidente del Genoa, carica rivestita ancora oggi – e l’ex amministratore delegato e direttore generale della squadra lombarda fino allo scorso giugno, Enzo Montemurro

Rosati, lo scorso 3 aprile, si era aggiudicato l’Ittierre per effetto della decisione del giudice del tribunale di Isernia, Emiliano Vassallo, che aveva approvato il concordato preventivo e valutato la proposta della Hdc, la Holding del Conte – di proprietà del vicepresidente del Genoa Calcio – come la migliore offerta. In lizza, dopo il ritiro della Colella Holding e della Compagnia Mercantile, che non aveva integrato la documentazione come da richiesta del tribunale, erano rimasti solo Rosati e il fondo d’investimento milanese Ikf. Entrambe le offerte non si vincolavano all’acquisizione dell’azienda e non erano limitate alla sola opzione. Ma Rosati aveva messo sul piatto la proposta giudicata più interessante. Attivo in diversi settori – nautica, logistica, editoria, meccanica, gioielli, dal 2012 è socio di maggioranza della maison Lorenzo Riva, marchio che sarà prodotto a Pettoranello del Molise. Nelle scorse settimane si era parlato di un accordo quasi fatto con Gai Mattiolo per l’intera maison (uomo, donna, prima e seconda linea), e di una trattativa in corso per riportare in Molise Ferrè.