Isernia, prefettura ancora a rischio

ISERNIA. La prefettura di Isernia rischia di sparire. Ancora una volta, dopo le intenzioni palesate nel 2012 dall’ex ministro della Pubblica amministrazione Filippo patroni Griffi, l’Ufficio di governo di via Kennedy potrebbe finire nel mirino dei tagli del governo centrale, incapace di risparmiare sugli sprechi reali e abile solo a colpire le realtà più piccole, già messe a dura prova dalla crisi. A suonare l’allarme il sindaco Luigi Brasiello, che ieri ha partecipato, a Roma, ad un’animata riunione dell’Associazione nazionale comuni italiani e dell’Unione province italiane. “Entro la fine dell’anno sapremo quali prefetture saranno tagliate – ha annunciato il primo cittadino in apertura di Consiglio comunale, stamani – Saranno trenta, non venti come si pensava. Mi auguro non ci rientri Isernia, ma temo ci sarà”. Da parte del primo cittadino, pertanto, l’appello a tutte le forze politiche a fare squadra, “perché la politica che dobbiamo fare ci deve vedere protagonisti a Roma. Anche la Regione ha grossi rischi di rimanere tale – ha aggiunto Brasiello – Dobbiamo svegliarci: se vogliamo conservare l’autonomia, dobbiamo fare azioni diverse per farci considerare di più dal governo centrale. I trasferimenti che avremo saranno sempre meno, nonostante in Italia la spesa pubblica centrale sia pari a quasi il 70 per cento del totale, compresi gli interessi sul debito dell’Italia verso l’Europa; il 20 per cento della spesa è invece imputabile alle Regioni, e comprende anche la sanità; poi ancora ci sono le spese delle Province, pari a meno del 2 per cento; infine quelle dei Comuni, pari a poco più dell’8 per cento del totale. Il 12 ottobre scorso sono state rinnovate 61 Province, di cui 48 sono andate al centrosinistra. Tutte, indistintamente, sono in estrema difficoltà: per questo si pensa a un’azione fortissima verso il governo, essendo la manovra giudicata insostenibile sia per le Province che per i Comuni. Tra l’altro, Renzi sembra voglia spostare più risorse sui Comuni, meno sulle Province, il destino delle quali è già segnato. Avremo due anni per liquidare gli enti. Ma noi presidenti non vogliamo esercitare il ruolo di meri commissari liquidatori, preferiamo piuttosto far arrivare i commissari governativi a svolgere questo ingrato compito. Tornando ai Comuni: Fassino, presidente dell’Anci, che dovrà essere rieletto il 5 novembre nell’assemblea dei sindaci che si svolgerà a Milano, ha parlato di tagli per 3.5 miliardi nei confronti di questi enti locali. Le risorse sono troppe poche – ha concluso Brasiello – il Comune di Isernia dovrà essere riferimento anche di tanti piccoli comuni con meno di mille abitanti che fanno parte della nostra provincia. Occorre perciò un’azione diversa, che sicuramente significa lotta all’evasione fiscale. I prossimi giorni saranno decisivi: venerdì prossimo ci sarà un nuovo incontro per definire alcuni ambiti, dovremo stare attenti alle direttive del governo centrale. Ma bisogna stare sul ‘chi va là'”.