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“Pensavamo che l’era Di Bartolomeo fosse finita”. Piovono critiche sul sindaco Battista

Nel giorno della presentazione delle linee programmatiche al Comune di Campobasso, cittadini scrivono delusi al successore di Big Gino: “Il volto del Capoluogo non è affatto cambiato”. Il leader del Polo Civico Francesco Pilone boccia intanto la strategia dell’amministrazione: estemporanea e approssimattiva, manca un vero programma

 

CAMPOBASSO. “Onestamente c’eravamo illusi che l’era Di Bartolomeo si fosse conclusa. Ci sono zone come Corso Bucci che hanno bisogno di una decisa opera di maquillage e ridimensionamento del piano traffico, ci sono zone come Corso Vittorio Emanuele, via Roma e limitrofe che definire indecorose è dire poco. Ci sono interi quartieri, come il Cep e San Giovanni che necessitano di servizi sociali e sportivi per non essere più dormitori e semplicemente oggetto d’attenzione da parte dei soliti volontari di turno”.

E’ un passaggio della lettera aperta che due cittadini, Mariella Mastronardi e Donato Paolone, hanno voluto inviare al sindaco di Campobasso Antonio Battista. Missiva pubblicata su diversi giornali locali proprio nelle stesse ore in cui il numero uno di Palazzo San Giorgio ha presentato in consiglio comunale le linee programmatiche.

“Sono trascorsi  – si legge in un altro passaggio – quattro mesi dal suo insediamento  e il volto di Campobasso è sempre il medesimo: escrementi di cani sui marciapiedi, nonostante il pugno di ferro annunciato dall’assessore Salvatore Colagiovanni, piastrelle dei marciapiedi usurate o che si staccano, mancanza più totale dei dissuasione di velocità e semafori a chiamata pedonale”.

I due cittadini esortano il sindaco ad intervenire presto e a non perdere altro tempo, “basta essere competenti e presentare i progetti giusti”.

Ma le critiche non vengono mai da sole e ci ha pensato pure il consigliere comunale Francesco Pilone, uno dei più attivi rappresentanti dell’opposizione, a gettare ombre sulle capacità di gestione dell’attuale amministrazione e sulla reale capicità di chiudere con il recente passato. Nel suo intervento in aula Pilone ha posto l’accento sulle lacune mostrate sin’ora da Battista e i suoi: dall’Urbanistica (approcci estemporanei e privi di pianificazione) ai Lavori Pubblici (poca chiarezza sul reale investimento di soldi che per ora sono solo propaganda), passando per le strategie approssimative messe in atto nel campo culturale e l’assenza di programmazzione in quello del commercio: “Se pensiamo di risolvere le gravi situazioni presenti in città – tuona il leader del Polo civico – con la sagra della pannocchia o con i “cazzatiell’ e faciuol” di via Garibaldi, non credo che andremo lontani”.

La luna di miele tra Campobasso e la maggioranza guidata da Antonio Battista, dopo il successo della visita del Papa e un’estate di belle speranze, è forse già al capolinea. E’ adesso che comincia il difficile.

Red

mikeante

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