CAMPOBASSO. Torna d’attualità, anche in Molise, la notizia sulle spese pazze dei consiglieri regionali. Finalmente la Procura di Campobasso ha chiuso le indagini, nei confronti di quasi tutti i 32 consiglieri regionali eletti a Palazzo Moffa nella legislatura tra il 2006 e il 2011. Il titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Nicola D’Angelo, ha diviso l’indagine in tanti singoli fascicoli, uno per ogni indagato coinvolto.
I reati contestati per la maggior parte degli inquilini (o ex inquilini) di palazzo Moffa sarebbero quelli di peculato e appropriazione indebita e ad essersene macchiati sarebbero gli esponenti di ogni parte politica, destra, centro e sinistra, senza distinzione alcuna. Tra di loro spuntano nomi di politici che ancora oggi continuano ad occupare lo scranno regionale sia di opposizione che di maggioranza.
E’ facilmente ipotizzabile che alcuni saranno prosciolti, mentre la posizione di altri ex consiglieri è del tutto marginale in quanto l’addebito è di poche migliaia di euro. Ma c’è anche chi ha calcato la mano: infatti, sembra che ad un ex politico del Venafrano, la procura contesti un utilizzo di fondi pubblici pari a 300mila euro per finalità tutt’altro che istituzionali. Mentre ad altri vengono contestate spese di ogni genere, senza controllo o inibizioni varie. Viaggi nei paesi dell’Est, in America, oltreoceano, fatture di locali hot della capitale, caffe, pranzi , sponsorizzazioni, finanche fatture false. Sarebbe lecito chiedere, anche nei casi meno gravi, quali sono le giustificazioni a margine di spese tanto disparate, quanto lontane dai canoni istituzionali per cui venivano assegnate? E’ bene rimarcare che le risorse in questione sono soldi pubblici, assegnati ai gruppi consiliari, che la regione stanzia per pagare gli stipendi ai dipendenti dei gruppi, le bollette delle utenze, convegni e iniziative attinenti al mandato politico da consigliere. Non certo per fini privati.
Francesco Clemente