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Bankitalia: Molise ancora nella palude

CAMPOBASSO-ISERNIA. Il periodico rapporto redatto dalla Banca d’Italia sulle economie territoriali, volto a evidenziare le peculiarità locali rispetto a quelle nazionali, ha continuato a sottolineare le perenni difficoltà in cui versa il Molise. Nonostante gli incoraggianti segnali di miglioramento registrati sul finire dello scorso anno, si prospettano comunque una fine 2014 e un 2015 a tinte fosche. Stamani la conferenza stampa di presentazione del report in prefettura, a Isernia: presenti, oltre al ‘padrone di casa’ Filippo Piritore, Giuseppina Capozza, direttore della filiale della Banca d’Italia di Campobasso, Marco Manile e Pietro De Matteis, economisti presso la filiale medesima.
L’INDUSTRIA. Nella prima parte dell’anno è proseguita la flessione dell’attività industriale molisana: infatti, oltre il 40 per cento delle imprese hanno subito una flessione del fatturato rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, a fronte di un 28 per cento che ha registrato un aumento; analogamente la domanda di beni rivolta alle imprese è rimasta pressoché stagnante, contribuendo alla contrazione dell’attività industriale. Secondo il giudizio degli imprenditori, la produzione industriale si è progressivamente indebolita e il grado d’utilizzo degli impianti è rimasto su livelli assai bassi. Su tali prospettive nei prossimi mesi le vendite non dovrebbero discostarsi in misura significativa dai livelli attuali. L’attività di investimento, da parte degli imprenditori, ha continuato a risentire delle incerte prospettive e dell’elevato tasso di inutilizzo della capacità produttiva: per il 35 per cento degli imprenditori stessi, i già contenuti programmi di investimento, formulati all’inizio dell’anno, sono stati ulteriormente rivisti al ribasso; soltanto il 17 per cento ha previsto un rialzo. Secondo InfoCamere il saldo tra le iscrizioni e le cessazioni in rapporto al numero di aziende presenti all’inizio del periodo di riferimento (indice di natalità netta) è stato pari a -0,6 per cento (-2,3 per cento nel 2013).
EXPORT: LA CRISI ITTIERRE. Anche gli scambi con l’estero hanno registrato una flessione delle esportazioni (-0,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013). Vi ha contribuito il netto ridimensionamento delle esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamento, avvenuto a seguito della crisi della principale industria locale della moda, l’Ittierre di Pettoranello. Mentre un lieve incremento hanno avuto le esportazioni di prodotti alimentari, bevande e tabacco; sostanzialmente stazionarie per i prodotti chimici.
EDILIZIA. Brusca frenata anche per il comparto edile, più accentuata nel capoluogo di regione: difatti, le informazioni provenienti dalle Casse edili indicano una riduzione delle ore lavorate nei primi otto mesi dell’anno (-16,8 per cento; -19,9 per cento nel 2013). Più di un terzo delle imprese stima che nel 2014 vi sarà una contrazione dell’attività produttiva, mentre soltanto una su cinque prevede una crescita; quasi i due terzi delle imprese dichiarano che questo comporterà un ulteriore ridimensionamento occupazionale per l’anno in corso. La dinamica negativa interesserebbe sia il comparto dell’edilizia residenziale sia quello delle opere pubbliche.
I SERVIZI. Ristagno anche per il terziario regionale, sebbene si sia interrotta la prolungata fase di contrazione di vendite di autoveicoli avviatasi nel 2010: nei primi otto mesi dell’anno è cresciuto il numero di immatricolazioni rispetto allo stesso periodo del 2013, analogamente a quanto avvenuto a livello nazionale. Sono lievemente cresciute anche le vendite di veicoli commerciali nuovi (più 0,9 per cento). A contribuire alla stagnazione del settore terziario ci ha pensato però il turismo, che ha evidenziato un’ulteriore riduzione dei flussi diretti in Molise. Secondo i dati forniti dagli Enti provinciali per il turismo, nei primi sette mesi dell’anno gli arrivi e le presenze si sono ridotti, rispettivamente, del 6,0 e del 10,6 per cento. La dinamica negativa ha riguardato soprattutto la provincia di Isernia.
IL MERCATO DEL LAVORO. Segnali contrastanti dal mercato del lavoro, dove l’occupazione è cresciuta nell’industria e nel terziario, mentre è proseguita la marcata riduzione degli addetti nelle costruzioni. La crescita ha riguardato la componente maschile e quella del lavoro dipendente. È proseguito, tuttavia, l’elevato ricorso agli interventi di Cassa integrazione guadagni, connessi in misura crescente con la crisi strutturale di alcuni tradizionali settori di specializzazione dell’economia regionale.
I PRESTITI BANCARI. Anche la contrazione del credito bancario alle imprese e alle famiglie residenti non si è arrestata, seppure in attenuazione nel confronto con lo scorso anno: il complesso dei prestiti, calcolati al lordo delle sofferenze e dei pronti contro termine, è diminuito su base annua dell’1,2 per cento (-2,6 per cento a dicembre 2013). La flessione del credito bancario ha continuato a risentire della debolezza della domanda di finanziamenti da parte delle imprese di tutti i comparti produttivi. Dal lato dell’offerta, si è pressoché arrestata la prolungata fase di irrigidimento delle condizioni di accesso al credito; permane, tuttavia, un orientamento maggiormente restrittivo verso le imprese delle costruzioni. Le residue tensioni si sono tradotte nell’applicazione di spread più elevati alla clientela più rischiosa e nella richiesta di maggiori garanzie.
IL CREDITO ALLE IMPRESE. Le difficoltà del quadro congiunturale continuano a riflettersi negativamente sulla qualità del credito alle imprese, il cui tasso di ingresso in sofferenza ha registrato un aumento. Per le famiglie consumatrici, i flussi di nuove sofferenze, in lieve aumento, si sono mantenuti su un livello contenuto. Il quadro generale di incertezza probabilmente ha determinato la crescita, del 3,4 per centro su base annua, dei depositi bancari detenuti dalla clientela residente in regione. L’accelerazione ha riflesso il più elevato tasso di crescita dei depositi delle famiglie consumatrici, passato dal 3,1 al 3,8 per cento, e l’attenuazione del calo di quelli delle imprese (-1,0 per cento; -2,3 per cento a dicembre 2013). La fase negativa dell’economia molisana prosegue insomma, nonostante i segnali positivi per l’occupazione che però vanno valutati con cautela.

FC

 

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