CAMPOBASSO. “Ritorna il Partito comunista d’Italia: il Pdci si riprende la denominazione del 1921”.
La notizia, riportata dal sito di Repubblica, è a quanto pare vera. Non una delle tante bufale condivise su Facebook, come ad esempio quella della Nasa che annuncia l’arrivo degli Ufo sulla Terra. Anche se – tanto per stare sul pezzo – pure la politica italiana comincia ad essere in un certo modo “alienante”, nel senso che è proprio fuori dal mondo. Colpevole, in tempo di crisi economica, soprattutto di inconcludenza e inerme dinanzi allo scandalo quotidiano.
Mentre la moda dei partiti usa e getta (Monti e Fini ne sanno qualcosa) sembra oramai superata, si fa largo l’effetto nostalgia: il pionierie è ancora una volta Silvio Berlusconi, che (per ora senza troppa fortuna) ha ridato vita alla vecchia e cara Forza Italia, seguito però a ruota dagli “arcinemici” rossi. I componenti del comitato centrale del Pdci (una volta guidato da Diliberto e fondato da Cossutta) decidono infatti di cambiare il nome in “Partito Comunista d’Italia”. E il simbolo è a quanto pare identico a quello del vecchio e glorioso Pci. “Ma bisognerà vedere – scrive sempre Repubblica – se davvero gli ‘eredi’ avranno il permesso di utilizzarlo ufficialmente”.
Ora si dovrebbe ricostruire il Muro, far risorgere l’Unione Sovietica e rimontare i pezzi della disgregata Democrazia cristiana per completare l’opera vintage. E magari comprarsi un gioco da tavola per rifare la Guerra Fredda sotto Natale, mentre il mondo fuori non ha ancora deciso se ridere o se piangere.
Jones
