CAMPOBASSO. “Le primarie sono, ad oggi, il più valido strumento di mobilitazione di energie e idee, in una competizione libera e aperta, che farebbe un gran bene al centrodestra in tutte le regioni interessate al voto. E propongo di tenerle nel mese di febbraio. A meno che non si preferisca seguire la strada fallimentare già scelta in Emilia e Calabria: arrivare in ritardo con candidature decise in una stanza, annunciate via comunicato stampa, costringendo i candidati presidenti a una corsa ad handicap, perché privi del necessario slancio popolare iniziale”.

E’ quanto si legge in una lettera aperta indirizzata a Berluconi e che sta facendo in questo momento il giro dei maggiori media nazionali. Facile capire chi è il mittente. Raffele Fitto, ex ministro ed attuale europarlamentare di Forza Italia, combatte ormai da tempo una difficile battaglia a favore delle primarie, del ricambio generazionale e dalla massima apertura all’interno di un partito che, insieme a tutto il centrodestra nazionale, sta vivendo il periodo più delicato della sua storia.

E in Molise? Inutile sottolineare che la cosiddetta base, composta soprattutto da quei giovani che per anni hanno animato a Campobasso e dintorni il movimento azzurro, è favorevole alla svolta auspicata da Fitto e non ha fatto particolari salti di gioia per le ultime strategie romane.

In attesa della fine del commissariamento di Rotondi, che ha spaccato in due il partito, il popolo molisano di Forza Italia spera di ritrovare compatezza e unità e poter cavalcare l’onda lunga del cambiamento che parte dalla Puglia e ridare nuovo slancio all’intero centrodestra locale.

Da noi, come è noto, le elezioni regionali ci saranno solo nel 2018. Può essere un vantaggio: c’è più tempo per trasformare un partito morente nel grande movimento liberale che fece sognare gli italiani nel ’94.